Mario Giordano sarà ospite della XIII Edizione di Passaggi Festival, in programma dal 25 al 29 giugno a Fano. Il giornalista e conduttore di “Fuori dal coro” presenterà il prossimo 28 giugno il suo libro “Dynasty“. Con meticolosa accuratezza, Mario Giordano analizza e mette a nudo gli sperperi, le assurdità e le irresponsabilità delle élite, smascherandone anche le debolezze più intime. Mostra chi sono davvero questi “signori del denaro”: individui colmi di ricchezze materiali ma privi di valori, pronti a rinunciare a tutto pur di inseguire un’insaziabile brama di potere e denaro.
Noi di SuperGuida TV abbiamo intervistato in esclusiva Mario Giordano. Il giornalista ha parlato del libro, del motivo per il quale abbia scelto di raccontare gli Agnelli, i Del Vecchio, i De Benedetti e Benetton: “Perché sono quelli di cui si sono occupate le cronache. Basti pensare agli Agnelli con la questione ereditaria, ai Del Vecchio protagonisti delle cronache giudiziarie ma ma anche ai De Benedetti con il padre che litiga con i figli. Quello che mancava era una ricostruzione d’insieme e io ho con questo libro ho cercato di fare proprio questo”.
Il libro è dedicato a Carlotta Dessì, la giovane giornalista scomparsa a causa di una malattia: “Siccome nel libro parlo di eredità che tracollano nell’avidità e di persone che ereditano tanti valori monetari ma pochi valori morali, Carlotta che invece è figlia di una guardia giurata e di una casalinga di un piccolo paese dell’entroterra sardo e che si è conquistata un posto come inviata in prima serata solo con la sua tenacia e la sua grinta rappresenta un’eccezione. Durante i sei mesi della malattia ha tirato fuori una profondità morale, una ricchezza d’animo straordinaria”.
Mario Giordano ha poi commentato gli ascolti di “Fuori dal coro”. Un programma che è partito in sordina ma che quest’anno ha ottenuto buoni ascolti: “Sono soddisfatto del risultato e soprattutto del fatto che abbiamo elaborato un tipo di programma che tira fuori dei problemi, che sta dalla parte della gente. Quello che le persone mi riconoscono è proprio questo. Il programma può piacere o meno ma parla chiaro e si schiera dalla parte dei cittadini per risolvere i problemi e questo mi rende orgoglioso”. In merito ad una eventuale sostituzione di Myrta Merlino a Pomeriggio Cinque smentisce: “Ho letto anche io la notizia ma è totalmente falsa”.
Mario Giordano non ha subito finora la fascinazione dei reality come invece altri colleghi anche se sottolinea di non precludersi nessuna esperienza: “Bisogna stare sempre attenti a pronunciare la parola mai. Io non dico mai a niente. Sono aperto a tutto, ho appena iniziato questo inverno e proseguirò in estate una tourneé in teatro con uno spettacolo. Se me l’avessero detto che avrei fatto teatro non ci avrei creduto. In questo momento se posso continuare a fare Fuori dal coro, e questo dipende dall’editore, ne sono ben felice visto che definisce quello che sono”.
Su Fedez che lo aveva attaccato anche in passato, ha dichiarato: “No, a me ha fatto solo un po’ pena, un po’ tristezza. Andava a cercare l’applauso. Quasi quasi preferivo quando mi insultava e quando mi diceva che non avevo i testicoli. Mi sembrava un po’ più grintoso, vero e ora invece mi fa pena ridotto così”.
Mario Giordano, intervista al giornalista e conduttore di “Fuori dal coro”
Mario, perché hai scelto il titolo di una soap degli anni 80?
La vicenda delle famiglie che racconto nel libro si può leggere proprio come una soap opera, una serie tv. Sono temi che riguardano le nostre tasche, i valori della vita. Il racconto è intrigante, appassionante.
Nel libro analizza la caduta rovinosa di quattro dinastie: gli Agnelli, i Del Vecchio, i De Benedetti e Benetton. Come mai ha scelto loro?
Perché sono quelli di cui si sono occupate le cronache. Basti pensare agli Agnelli con la questione ereditaria, ai Del Vecchio protagonisti delle cronache giudiziarie ma ma anche ai De Benedetti con il padre che litiga con i figli. Quello che mancava era una ricostruzione d’insieme e io ho con questo libro ho cercato di fare proprio questo.
Tra i personaggi che ha raccontato nel libro chi l’affascina di più?
Tra gli uomini una delle figure più interessanti è quella di John Elkann perché ne emerge un quadro molto contrastato, diverso da quello che appare. Tra le donne invece la figura centrale è la seconda e quarta moglie del fondatore Leonardo Del Vecchio, Nicoletta Zampillo. E’ una figura centrale nella vicenda di quella famiglia.
Ha scelto di dedicare il libro a Carlotta, la giovane giornalista scomparsa.
Siccome nel libro parlo di eredità che tracollano nell’avidità e di persone che ereditano tanti valori monetari ma pochi valori morali, Carlotta che invece è figlia di una guardia giurata e di una casalinga di un piccolo paese dell’entroterra sardo e che si è conquistata un posto come inviata in prima serata solo con la sua tenacia e la sua grinta rappresenta un’eccezione. Durante i sei mesi della malattia ha tirato fuori una profondità morale, una ricchezza d’animo straordinaria.
Sui social aveva denunciato il fatto che alcune librerie si fossero rifiutate di vendere il libro. Come mai questo libro fa così paura? Si sente boicottato?
Boicottato è una parola grossa però sicuramente è un libro che va a toccare i poteri davvero forti. Oggi qualcuno pensa che opporsi alla politica sia abbastanza facile perché la politica è debole, opporsi a quelli che fanno investimenti sui giornali, che finanziano le grande rassegne significa andare a rompere le scatole a tanti. Devo ringraziare l’editore che ha avuto il coraggio di pubblicare un libro scomodo.
“Fuori dal coro” ha segnato il record stagionale. E’ un programma che nel tempo è cresciuto sempre di più. Soddisfatto del risultato?
Sono soddisfatto del risultato e soprattutto del fatto che abbiamo elaborato un tipo di programma che tira fuori dei problemi, che sta dalla parte della gente. Quello che le persone mi riconoscono è proprio questo. Il programma può piacere o meno ma parla chiaro e si schiera dalla parte dei cittadini per risolvere i problemi e questo mi rende orgoglioso.
Mai stato tentato di scendere in politica?
Mi è stato chiesto in passato e nella vita non bisogna dire mai ma penso che il compito del giornalista sia lontano da quella della politica. Quando si fa giornalismo vero si fa politica e io penso di saperlo fare bene senza candidarmi in Parlamento.
Il referendum dell’8 e 9 giugno è stato fallimentare. Questo risultato ti ha sorpreso?
No, sapevo che gli italiani non sarebbero andati a votare perché non sono fessi. Si sono resi conto che gli argomenti erano pretestuosi e che non avevano alcuna ambizione di cambiare la vita del paese ma solo di cambiare la vita dei politici che l’avevano proposto. E’ stato un referendum fatto per misurare le forze di opposizione, per tentare di dare una spallata al governo. Ora che piaccia o no, se a uno non piace il governo non lo fa con il nobile istituto del referendum e gli italiani hanno risposto come era inevitabile che rispondessero.
Il suo nome è in lizza tra i papabili sostituti di Myrta Merlino a Pomeriggio Cinque. Le è stato proposto?
Ho letto anche io questa notizia ma è totalmente falsa.
Sempre più giornalisti imperversano in tv anche nei reality. Penso a Cesara Bonamici opinionista del Grande Fratello e anche a Veronica Gentili conduttrice dell’Isola dei Famosi.
Bisogna stare sempre attenti a pronunciare la parola mai. Io non dico mai a niente. Sono aperto a tutto, ho appena iniziato questo inverno e proseguirò in estate una tourneé in teatro con uno spettacolo. Se me l’avessero detto che avrei fatto teatro non ci avrei creduto. In questo momento se posso continuare a fare Fuori dal coro, e questo dipende dall’editore, ne sono ben felice visto che definisce quello che sono.
C’è la paura che esporsi in un contesto come quello dell’intrattenimento possa minare la credibilità professionale?
Non ho paura perché dipende sempre da come uno fa le cose. Abbiamo visto tante persone che hanno partecipato negli anni ai reality e che poi sono tornati a fare il loro ruolo di opinionisti o a scrivere libri. Sono molto meno credibile di tanti colleghi in giacca e cravatta che disdegnano l’intrattenimento e poi raccontano palle a man bassa.
Nella sua carriera c’è qualche errore che ha commesso, qualche passo falso?
Si commettono errori tutti i giorni soprattutto quando si ha un ruolo di responsabilità. Ho fatto una trasmissione alcuni anni fa “L’alieno” e lì ho sbagliato perché non sono riuscito a fare il programma che avrei voluto. Come direttore di Videonews sono stato quello che ha messo in onda Cruciani e Parenzo con Radio Belva. Loro due funzionano tantissimo e allora erano forti solo in radio, la mia idea era giusta ma per come l’ho fatta non ha funzionato tanto che durò una puntata.
Tra i suoi detrattori c’è Fedez. La partecipazione al Congresso Forza Italia Giovani ha stupito tutti. Pensa che abbia cambiato bandiera politica?
No, a me ha fatto solo un po’ pena, un po’ tristezza. Andava a cercare l’applauso. Quasi quasi preferivo quando mi insultava e quando mi diceva che non avevo i testicoli. Mi sembrava un po’ più grintoso, vero e ora invece mi fa pena ridotto così.
C’è un altro libro in programma?
Sì, sono già al lavoro. Cercare di raccontare le vicende dei potenti veri che sono quelli dell’economia è un tema interessante e forse andrò avanti per questa strada.