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Makari 4, intervista a Claudio Gioè, Serena Iansiti e Ester Pantano – Video

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La quarta stagione di Màkari, prodotta da Palomar in collaborazione con Rai Fiction e diretta da Monica Vullo e Riccardo Mosca, arriva su Rai 1 con quattro nuove prime serate a partire da domenica 19 ottobre. In questa attesissima stagione, il protagonista Saverio, accompagnato dal fidato Piccionello, continua a investigare su casi intriganti, ma la sua vita privata si fa sempre più complicata. Con Suleima che lascia Màkari per perseguire nuove opportunità professionali, il ritorno di Michela riporta alla mente le vicende sentimentali passate. A rendere le cose ancora più complesse è l’ingresso di Arianna, una giovane adolescente che stravolgerà ulteriormente l’equilibrio di Saverio. Al fianco del protagonista ci saranno i suoi fedeli amici, come Marilù, Azrah, Giulio, e il vicequestore Randone, insieme al padre di Saverio, che continueranno a essere parte integrante della sua vita. Un mix di emozioni, indagini e sorprese attende il pubblico in questa nuova stagione.

“Makari 4”, intervista esclusiva a Claudio Gioè, Serena Iansiti e Ester Pantano

Noi di SuperGuida TV abbiamo video intervistato in esclusiva gli attori Claudio Gioè, Serena Iansiti e Ester Pantano. Nei nuovi episodi Lamanna scoprirà di essere padre. Una rivelazione che arriva come un fulmine a ciel sereno e che sconvolgerà profondamente il suo mondo. Mentre si confronta con i suoi sentimenti e le incertezze del passato, l’arrivo di Arianna, la giovane adolescente che è sua figlia, lo costringerà a rivedere le sue priorità. Gioè ha rivelato:

“Sarà una grandissima novità perché questo metterà a dura prova il carattere particolare di Saverio. Dovrà affrontare una paternità difficile perché si troverà a che fare con un’adolescente terribile che sta cercando un proprio posto nel mondo. I conflitti e i litigi saranno all’ordine del giorno. Per me che non sono padre questo è stato un trauma perché è divertente vedere qualcuno che prova ad essere paterno senza dover essere paternalista. Mi ha insegnato che effettivamente non è facile essere genitori e che se anche si vuole il bene supremo per i propri figli bisogna sempre stare attenti a come si dicono le cose, a come porsi nei confronti dei ragazzi e che forse è importante dare un esempio senza essere paternalisti”.

Suleima invece da donna indipendente lascerà Makari per lavoro: “Suleima si troverà a fare i conti con la sua indipendenza e con le scelte che includono la necessità di dover trovare un compromesso. Decide di non lasciare dietro la sua carriera e di tenere il punto su quelli che sono determinati valori ma anche sugli obiettivi, sia umani che lavorativi”, ha dichiarato Ester Pantano.

Michela tornerà ad incombere nella vita di Lamanna che sarà ancora in balia dei suoi sentimenti per lei. Serena Iansiti però ha detto che Michela in questa stagione non sarà per Suleima una spina nel fianco: “In questa stagione la situazione è decisamente cambiata. L’incontro con Saverio è del tutto casuale, avviene in modo inaspettato. Michela si sta per sposare solo che forse quel qualcosa che c’era tra la professoressa Pacino e Lamanna non si era del tutto concluso nella stagione precedente e quindi per questo si sviluppano tra loro delle dinamiche che si erano interrotte, erano rimaste sospese”.

Nel primo episodio, a colpire è in particolare una frase pronunciata da Lamanna: “La parola mostro è il primo modo per trasformare la tragedia in spettacolo”. Abbiamo chiesto ai tre attori una loro riflessione in merito alla spettacolarizzazione della cronaca oggi in tv (a pensarci bene ci è venuto in mente il caso di Garlasco).

Claudio Gioè a tal proposito ha raccontato: “La spettacolarizzazione dei crimini a cui assistiamo spesso in televisione non risponde tanto ad una ricerca spasmodica della verità ma vuole essere più una distrazione di massa. Fare show delle tragedie umane in questo modo significa tenere la gente attaccata a dei fatti drammatici come fosse un romanzo rosa e questo a me personalmente non piace molto”.

“Credo che stiamo vivendo un periodo storico in cui il modo in cui vengono trattate le cose evidenzino uno scollamento. C’è quasi una perversione nell’ascolto di questi podcast in cui ci sono solo uccisioni, persecuzioni e si perde di vista il fatto che si tratta di omicidi. Credo nella visione filmica della serie “Qui non è Hollywood- Avetrana” in cui c’è la possibilità di parlare di quello che è successo senza spettacolarizzarla e senza romanzare un fatto di cronaca”, ha evidenziato Ester Pantano.

Dello stesso avviso Serena Iansiti: “C’è sempre stato da parte della gente un interesse morboso a volte per certi casi ma negli ultimi anni con l’avvento dei social si tende a livellare il tutto e il risultato è che l’informazione appare frammentata”.  

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