Marco Profeta è un artista poliedrico: avvocato di professione, cantautore per passione. I suoi brani, come ‘Le cose che non hai‘, arrivano dritto al cuore e fanno emergere tutta la sua voglia di comunicare attraverso la musica. Scopriamo insieme come è nata l’ispirazione per i suoi brani e quali sono i progetti futuri.
Intervista al cantautore Marco Profeta
Lei è un artista a 360 gradi, avvocato, fa parte del mondo dello spettacolo (è stato inviato per ‘Ogni mattina’ su TV8). Come è nata la passione per la musica?
“In realtà non ho memoria di quando sia nata. Sicuramente da piccolo ascoltavo tantissima musica. Mio papà era un pianista molto bravo. Non era il suo lavoro, ma era la sua passione. Sicuramente mi ha trasmesso tanto. E poi la musica per me è stata sin da subito come un ‘grande rifugio’. Mi sono affezionato a questa forma d’arte e ho iniziato a scrivere quando ero piccolino, sui 7-8 anni. I miei primi pensieri, invece di scrivere filastrocche o poesie, erano canzoni. Volevo proprio scrivere canzoni”.
Il 28 novembre esce il suo nuovo brano, ‘Le cose che non hai’. Come è nata l’ispirazione di questo singolo?
“Le cose che non hai è una canzone molto introspettiva che affronta un tema delicatissimo, che è l’incongruenza di genere. L’incongruenza tra chi sentiamo di essere e il corpo che abitiamo. Ed è un tema molto poco trattato. Un tema che, forse, fa anche un po’ paura perché chi non lo vive, non lo riesce a capire perfettamente. E poi tante volte è un tema che viene relegato a tutta la tematica del cambio di sesso senza vedere la sfumatura che c’è dietro o il dolore che le persone che vivono questa realtà si trovano a dover affrontare.
Una cosa che mi ha colpito molto è quando ho cominciato a scrivere la canzone. Ho capito che c’è un motivo di fondo che ci lega un po’ tutti: tutti noi ci siamo sempre sentiti fuori posto, inadeguati. O schiacciati da quello che è un’idea, un’aspettativa altrui, dalla società.
Nel caso dell’incongruenza di genere c’è proprio un discorso di corpo. C’è magari un’identità femminile in un corpo maschile o un’identità maschile in un corpo femminile. Quindi lì questo concetto è portato un po’ all’apoteosi, all’eccesso ed è sicuramente più doloroso. Però io faccio fare sempre degli ascolti delle mie canzoni agli amici e alle persone fidate. E tutti, senza dire di cosa parlasse la canzone, mi hanno detto che si sono ritrovati nel testo tutte le volte che si sentivano fuori posto. Alla fine ho deciso di pubblicarla proprio perché è un messaggio un po’ più universale”.
Sempre più cantanti hanno parlato di salute mentale, si sono anche ritirati per qualche mese, hanno scritto canzoni sulla depressione. Secondo lei cosa può fare la musica per questa tematica?
“La musica è veramente salvezza perché riesce, anche in chi non è abituato a guardarsi dentro, a scavare e arrivare in profondità. Noi esseri umani siamo tanto variegati e diversi. Magari c’è chi tende più di altri a meditare, a riflettere, chi fa percorsi psicologici.
Invece tutti ascoltano la musica e può esserci una canzone che colpisce chiunque e che ti fa riflettere. Magari in un momento in cui non ti aspetti. Non so se le è mai capitato guidando la notte in macchina che in radio passa un brano che magari non ti piace neanche particolarmente ma in quel momento ti colpisce. E quello è il grande potere della musica: la salvezza rispetto anche al disagio mentale.
Poi rispetto ai cantanti che hanno avuto questo problema, e ormai ne sono tanti (come Angelina Mango e SanGiovanni) sono ragazzi molto giovani che vengono messi all’interno di un meccanismo, che è l’industria musicale, che è appunto un’industria. E chi è più sensibile, perché poi un artista ha sempre una grande sensibilità, si trova schiacciato da tante cose. Quello è un po’ lo specchio della nostra società perché ci troviamo immersi in una velocità che non ci appartiene. Chi fa ‘successo’, chi come loro viene inserito nell’industria musicale, davvero è messo a rischio. E la musica salva”.
A proposito di canzoni che entrano dentro anche in momenti particolari, c’è un brano che le piace di più o un’artista con il quale le piacerebbe collaborare in una futura canzone?
“Parliamo di sogni, ovviamente. Ho un’estrema, immensa passione per Laura Pausini e per Elisa, che sono due cantanti molto diverse tra loro. Laura incarna proprio l’energia vitale, la capacità empatica di arrivare all’altro. Elisa è un mondo più introverso e di grande creatività. È una grande fonte di ispirazione per me perché è tipo un elfo magico che è venuto sulla Terra che riesce a creare delle cose incredibilmente profonde e vere.
Se mai ci fosse un sogno, quei desideri da lampada, lei direi un brano con Laura Pausini. Questa canzone la elaboro e la pubblico grazie a Laura perché sono un suo fan da sempre. Lei è stata proprio il mezzo che mi ha fatto capire come fosse importante esprimere ciò che siamo. A Laura rendo questo merito e sarò fan per tutta la vita. Elisa invece è arrivata dopo, ma dà un apporto creativo incredibile”.
Lei è impegnato anche nel sociale. A ottobre si è tenuto il concerto di beneficenza ‘Amore in carne e ossa’.
“Nella vita io non ho fatto il cantautore di professione ma faccio l’avvocato ed è un lavoro molto impegnativo. Mi occupo soprattutto di diritto di famiglia e di minorenni, quindi è un ambito molto delicato dove veramente serve tanta empatia e tanta energia. Però non ho rinunciato a questa mia enorme passione per la musica e l’ho coltivata ancor più di un lavoro. Volevo portare le mie canzoni in teatro e non volevo un biglietto per far sentire le mie canzoni, volevo metterle a disposizione degli altri perché è il mio modo di comunicare.
E allora mi è venuta l’idea di mettere insieme un intento benefico con il mio concerto ed è successa una cosa bellissima perché molti artisti hanno aderito e hanno voluto collaborare. Nel mio spettacolo ci sono le mie canzoni che vengono arricchite da delle performance di alcuni attori tra cui Monica Ward (la storica voce di Lisa Simpson), da ballerine dato che ho avuto un corpo di ballo e questo fa diventare lo spettacolo molto ricco. Pensavo di organizzarne una sola serata invece sono già arrivato alla sesta, in tre anni. E dopo ogni spettacolo decido un’associazione diversa alla quale viene devoluto l’intero ricavato.
Che progetti futuri ha?
“I progetti futuri sono quelli che mi danno più energia. La televisione è un’altra mia passione. Il 3 dicembre inizia la mia prima puntata per Canale Dieci, che è una tv locale, dove curo una rubrica che si chiama ‘La Voce del Profeta’. La rubrica è all’interno del programma ‘Punto & Virgola’, condotto da Carlo Senes e commento le notizie musicali, di gossip in maniera simpatica. Sono molto contento di far parte di questa avventura televisiva e poi sto continuando a scrivere tante canzoni.
Ne usciranno altre all’inizio dell’anno prossimo e tornerò anche in teatro ma credo verso aprile, maggio. Nel frattempo ho creato un progetto acustico dei miei brani (chitarra e voce) e andrò in piccoli teatri o locali. Questo perché, per me, la musica è comunicazione quindi è irrinunciabile comunicare”.
Ma quindi le farebbe piacere far parte anche del mondo della tv. non solo come inviato ma anche come presentatore?
“Sì. Ho due passioni fondamentali che sono l’avvocatura, quindi il mio lavoro, e il cantautorato. Subito dopo c’è la tv e la cucina, sono un bravo cuoco. Faccio una pizza…”.