Antonio Manetti è stato ospite del Giffoni Film Festival per presentare il suo ultimo lavoro, U.S. Palmese. Il film, interpretato da Rocco Papaleo, Claudia Gerini e Giulia Maenza, racconta con ironia e sensibilità il mondo del calcio dilettantistico italiano. Durante l’incontro con i ragazzi, Manetti ha condiviso aneddoti dal set e riflessioni sul valore sociale dello sport.
Giffoni Film Festival 2025, intervista esclusiva ad Antonio Manetti
Noi di SuperGuida TV abbiamo video intervistato in esclusiva Antonio Manetti. Il regista ha espresso grande soddisfazione per l’accoglienza ricevuta dai giovani: “E’ una botta di energia positiva stare qui. Ho visto i giovani veramente interessati, coinvolti e partecipi”. Il film Us Palmese mette in luce valori come solidarietà e inclusione e lo fa tramite il linguaggio universale dello sport: “L’intenzione dall’inizio era quella di raccontare la provincia nel Sud della Calabria e il calciatore star, viziato, che arriva lì dopo aver perso la voglia di sognare. Il calcio è ormai un business, i soldi contano più della passione e questo è un grande peccato. Il nostro film fa guardare allo sport con occhi diversi sperando che qualcosa cambi”.
Un film che lancia un messaggio importante che è quello di credere nei propri sogni: “Bisogna continuare a credere nei sogni senza abbattersi alle prime difficoltà. Nel film abbiamo trasformato Rocco Papaleo in un anziano che sogna ancora e che aiuta un giovane che si è perso a ritrovare la voglia di sognare”. Intanto, i Manetti Bros stanno scrivendo un nuovo film anche se per il momento vige il massimo riserbo.
Antonio commenta poi la situazione del cinema italiano, negli ultimi mesi nel vortice delle polemiche complice anche il tax credit: “Quella di Pupi Avati di istituire un Ministero del Cinema può essere un’idea ma forse non c’è neanche bisogno visto che esiste un Ministero della Cultura. Condivido però con lui l’idea che bisogna occuparsi del cinema in modo più attento ma al riguardo sono positivo perché mi sono accorto alla fine che anche negli scontri c’è un dialogo e anche quando i toni non sono quelli che dovrebbero essere sicuramente qualcosa cambierà. Oggi si dialoga in modo diverso ma le idee convogliano in un’unica direzione che è quella di migliorare la situazione del cinema italiano. A parte la questione dei finanziamenti, il cinema italiano gode di ottima salute”.
Ad Antonio chiediamo anche di un ritorno di una serie tv molto amata l’Ispettore, Coliandro. La serie era finita sotto i riflettori a causa dell’uso eccessivo di parolacce ed era stata poi bloccata. Una decisione che aveva diviso i fan convinti che quel linguaggio facesse parte dell’identità di Coliandro. Eppure oggi esiste Rocco Schiavone, un personaggio scorretto, che dice parolacce e fuma canne. Al riguardo Antonio ha dichiarato ai nostri microfoni: “Coliandro è un personaggio scorretto e una serie come questa è stata sicuramente molto innovativa ai tempi. Ci piacerebbe tanto rifarlo, anche a Giampaolo, la gente mi ferma e me lo chiede in continuazione. Al momento è difficile per tanti motivi, compresi gli impegni lavorativi ma non molliamo perché prima o poi si farà”.