Gianluigi Nuzzi è stato uno degli ospiti tra i più attesi al BCT Festival di Benevento. Il conduttore tv si racconta a noi di SuperGuidaTv parlando del suo lavoro, delle inchieste portate avanti in questi anni e di molto altro.
Gianluigi Nuzzi: intervista al conduttore tv
Ha raccontato storie che hanno scosso l’opinione pubblica. C’è un’inchiesta che l’ha cambiata personalmente?
“Beh, diverse inchieste. Sicuramente l’inchiesta sul Vaticano che ho condotto per dieci anni. Ho scritto cinque o sei libri e mi ha cambiato la vita, sicuramente. Perché ho provato tante emozioni in questa inchiesta. Ho provato l’emozione di cercare la verità, di denunciare. Ho provato la paura di finire cecchinato da chiunque avesse desiderio di fermare questo lavoro. Non dimentichiamo che questo lavoro tra i suoi effetti ha contribuito alla rinuncia di Benedetto XVI al pontificato. Quindi stiamo parlando di una cosa che ha avuto delle ripercussioni importanti. È stata un’inchiesta che mi ha cambiato la vita. È stata un’inchiesta che mi ha portato nel sottoscala della Chiesa Cattolica. Io che non sono né mangiapreti né contrario alla Chiesa. Però io sento la Chiesa di tutti, non la Chiesa dei palazzi. Parliamo di Vaticano SPA e Via Crucis, i suoi due libri”.
Ha mai ricevuto pressioni o minacce per le sue inchieste pubblicate?
“Parla di queste del Vaticano o in generale?”
In generale.
“In generale sì, mi è successo. Una volta dopo che ci fu la strage di Falcone, di Capaci, mi fermarono delle persone e mi dissero Nuzzi, sai che le strade non saltano soltanto a Palermo? Però tutte cose molto… Mi è capitato di avere una pistola in bocca in Albania quando sono andato per la guerra civile in Albania. Non penso che queste siano delle cose… A me non piace la eroicizzazione dei cronisti. I cronisti fanno il loro lavoro e può capitare che se tu rompi le scatole a qualcuno questo reagisca, è normale. Lei provi a dare fastidio a una tigre e poi ne riparliamo”.
E per l’inchiesta sul Vaticano?
“Per l’inchiesta sul Vaticano… Allora, diciamo che è stato molto interessante il primo libro perché quello ha rotto un tabù, per cui minacce no, ma inviti a evitare di scriverlo sicuramente ne ho avuti. Una volta un grande direttore sfogliando la prima copia di Vaticano Spa, un direttore molto conosciuto, guardò il libro, poi mi guardò negli occhi e mi disse Nuzzi, non mi avrei mica messo nei ringraziamenti, vero? E questo mi fece capire che ero sulla strada giusta”.
Lei conduce il Quarto Grado, affronta casi di cronaca molto seguiti. Cosa cerca di trasmettere al pubblico?
“Bella questa domanda, guardi, perché quello che cerco è soprattutto di avere fiducia nelle nostre istituzioni, di avere un ruolo tutti noi cittadini nelle dinamiche che accadono, di non aver paura di essere un testimone, di raccontare quello che succede e cerco di contribuire a costruire quella fiducia verso i giornalisti che è stata molto bombardata per tanti motivi negli ultimi vent’anni”.
Come riesce a gestire la linea tra informazione e spettacolarizzazione in TV?
“Noi siamo un programma di informazione, cioè la spettacolarizzazione la fa chi non ha dei principi o delle linee ideologiche. Io vorrei un ordine dei giornalisti più presente, più severo, più forte, che vada a punire quelli che sbagliano perché questo aiuterebbe al recupero della credibilità. E vorrei che fosse ben chiaro che tante persone che parlano di questi casi ne parlano, posso dire una volgarità? Ad cazzum, ne parlano così per delle suggestioni, perché vedono una bella ragazza e la coinvolgono sulla scena del delitto di Garlasco, non è detto che le sorelle Cappa c’entrino, anzi se lei va a parlare con tutti gli inquirenti non ce n’è uno che dica che queste c’entrano, io non ho capito perché si continua a dire che queste c’entrano e poi se tu non ne parli cosa ti dico? Non ne parli perché sono i poteri forti, il padre avvocato, le sorelle Cappa rappresentano i poteri forti in Italia, ma voi avete idea di cosa sono i poteri forti in Italia? Sai che noi abbiamo delle loggie coperte massoniche in Calabria e in Toscana che muovono ben altro rispetto alle… non me ne vogliono le sorelle Cappa né il loro padre, però insomma datemi un avversario di un certo livello per fare della polemica”.
Quanto è difficile fare del giornalismo di inchiesta in Italia, lei si sente tutelato per il suo lavoro?
“Ma guardi decidiamo noi come vestirci e cosa fare della nostra vita, lei decide quello che vuole fare lei stesso, non bisogna essere ipocriti, ci sono delle cose che come giornalista non faccio, io non mi metto a indagare sui finanziamenti al terrorismo islamico, perché ho paura e lo dico, ci sono dei colleghi che hanno voglia di fare e lo facciano, ma io di andare a scavare nelle reti di collegamento di quelli che finanziano il terrorismo islamico dall’Italia, che sicuramente serve a una bellissima inchiesta, non lo faccio, perché non ho gli attributi tali per farlo, ho gli attributi per fare altre cose, per fortuna quello che vediamo è sotto gli occhi di tutti, perché le mie parole stanno a zero, l’importante è quello che tu fai nel nostro lavoro e si vede”.
A breve ci saranno i palinsesti Mediaset l’8 luglio, cosa ci può anticipare per quanto riguarda i suoi programmi?
“Spero e immagino che il Quarto Grado sarà riconfermato a settembre, noi andiamo avanti fino a fine luglio”.
Qualche programma che le piacerebbe realizzare in TV? Condurre qualche sua idea, se sta lavorando a qualche progetto?
“Le dico una cosa, io faccio il mio mestiere, quelli che si occupano dei palinsesti non si chiamano Nuzzi, ma sono altre persone e sono pagati anche per fare queste scelte, quindi facessero loro”.