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Geolier conquista di nuovo Napoli: un concerto che è dichiarazione d’amore alla sua città, poi annuncia il concerto al Maradona nel 2026

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A poco più di un anno dal trionfo allo Stadio Diego Armando Maradona, Geolier torna a far vibrare Napoli. Stavolta è l’Ippodromo di Agnano a diventare il tempio della musica, trasformandosi per due giorni nella casa di chi Napoli non solo la rappresenta, ma la incarna. Le strade del centro pullulano di ragazzi con magliette e gadget, le bancarelle si riempiono di merchandising aggiornato: lo scudetto è diventato il quarto, ma l’atmosfera è rimasta la stessa. Intatta. Inconfondibile.

Nel corso della serata, Geolier ha condiviso il palco con amici e colleghi del calibro di SLF, Luché, Lazza e Rocco Hunt. A dargli supporto per tutta la durata dello show, un’orchestra di 23 elementi e la sua band al completo: Guido Della Gatta alla chitarra, Vicky Landolfi alla batteria, Christian Capasso al basso, Nicola Abate alle tastiere e, in consolle, l’immancabile Poison Beatz.

Geolier e Napoli, un’attesa lunga mesi

Il concerto è stato l’evento della città, c’è chi lo aspettava da mesi e chi ha fatto il bis con la doppietta. Le voci entusiaste si incrociano tra Via Toledo e Fuorigrotta, mentre il traffico viene riscritto da una sola certezza: Geolier è Napoli. Anzi, forse Napoli è Geolier. È questo il mantra che risuona ovunque, tra citazioni calcistiche ed espressioni nuove che ancora non hanno trovato una forma definitiva.

Fan in tenda, traffico in tilt e il cuore della città che batte a ritmo rap

Davanti ai cancelli dell’Ippodromo, già dalla sera prima, qualcuno ha montato la tenda per conquistare la prima fila. Altri si fanno chilometri a piedi per raggiungere Agnano, come in pellegrinaggio. Perché il live di Geolier non è solo musica, è appartenenza. È comunità. È la risposta di una città a uno dei suoi figli più veri.

Geolier: “Napoli sei il sogno di quel bambino in cameretta”

Quando finalmente Geolier sale sul palco, lo fa dall’alto: una torre di 18 metri lo eleva davanti a migliaia di persone, tra led e musica. Ma prima di ogni nota, la sua dichiarazione d’amore: «Napoli sei il sogno di quel bambino in cameretta». E Napoli risponde, come solo lei sa fare.

Durante lo spettacolo il cantante ha sorpreso il pubblico con uno spettacolare drone show, culminato con l’apparizione luminosa di Maradona nel cielo, annunciando così il suo prossimo concerto: 26 giugno 2026, Stadio Diego Armando Maradona. E come se non bastasse, il rapper ha spiccato il volo, sorvolando la folla e cantando sospeso sopra le teste dei fan più lontani dal palco.

43 brani, 3 ore di show e pochi ospiti: “Solo amici veri”

Con una scaletta di 43 brani e tre ore di musica, Geolier regge il palco da solo. Chiama solo chi per lui conta davvero: Rocco Hunt, SLF, Lazza e Luché. «La musica per me è intimità», dice. «Se non sei mio amico, non riesco nemmeno a fare una strofa con te».

Geolier non è Napoli. È Napoli che ha scelto Geolier

Nel backstage, ci accoglie in ciabatte. È casa sua. E ce lo dice con la semplicità che lo contraddistingue: «Non mi sono mai chiesto perché sono diventato una bandiera. Forse perché sono sincero. Se al mio posto ci fosse un qualsiasi altro ragazzo di Napoli, si comporterebbe allo stesso modo».

E forse è proprio questo il segreto: Geolier non si è mai montato la testa. Ha scelto di essere vero. E Napoli, a sua volta, ha scelto lui.

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