Gabriele Cirilli: “A Back To School ho realizzato un incubo ricorrente. Vorrei imitare la Meloni. Con Paolantoni vorrei fare tante cose. Mi piacerebbe condurre Striscia la Notizia”

Gabriele-Cirilli

Comico, cabarettista, attore, umorista e scrittore italiano, Gabriele Cirilli torna tra i banchi di scuola a Back To School, programma in onda su Italia 1 condotto da Federica Panicucci. Cirilli si è messo alla prova con l’esame di quinta elementare, realizzando un sogno, o meglio una sorta di incubo ricorrente. L’attore è reduce dal successo ottenuto a Tale e Quale Show e dal sodalizio artistico con Francesco Paolantoni. Noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato Gabriele Cirilli, e con lui abbiamo parlato della sua esperienza nel programma di Federica Panicucci, della possibilità di realizzare un progetto con Paolantoni, ma anche della sua scuola di teatro e dell’idea di poter conduttore un programma come Striscia la Notizia.

Gabriele Cirilli, intervista al concorrente di Back To School

Gabriele Cirilli a Back Tu School: com’è tornare tra i banchi delle elementari?

“Ognuno di noi ha sognato nella vita almeno una volta di tornare tra i banchi di scuola e dover affrontare l’esame di fine corso. A me è capitato più di una volta, e mi sono svegliato subito, è stato come un piccolo incubo perchè non mi ricordavo nulla durante l’esame. Quando Federica Panicucci mi ha chiamato, ha realizzato questo sogno, si è creata la stessa situazione. Ho provato un’emozione incredibile, fortunatamente qualcosa la sapevo. L’emozione è stato tornare a scuola, tornare a lavorare con una grande professionista come la Panicucci, ci conosciamo credo da oltre trentacinque anni. Sono stato accanto a un grande come Francesco Pannofino. I compagni di classe mi hanno fatto sentire come quando ero a scuola. Sono stato anche cacciato fuori dall’aula. Devo dire una bellissima esperienza. Ho accettato perché avevo visto l’edizione precedente, e mi era piaciuta molto. Oltre che ad essere pedagogica’è anche quel po’ di satira che non guasta. Con i bambini ho parlato della famiglia, di tante cose. Argomenti che affrontati con i bambini assumono caratteristiche diverse. Parlare del matrimonio, è stato veramente particolare, loro dicono delle verità che tutti noi vorremmo dire ma che nessuno ha il coraggio di farlo”.

Avevi timore del loro giudizio?

“Avevo timore perchè loro sono sinceri. Se devono mandarti a quel paese, lo fanno senza problemi. Non è come tra adulti che spesso si dice bravo anche quando non lo si pensa. I bambini sono sinceri, sono persone pure. Io ho fatto uno studio, loro ridono trecento volte al giorno, l’adolescente centotrenta volte e l’adulto quindici, io allora ho fatto una battuta, Sergio Mattarella una. Ovviamente è una battuta per far capire che i bambini sono puri e che ridendo trecento volte al giorno affrontano la vita guardandola da un altro punto di vista”.

A Back To School quale degli altri partecipanti è il tuo ideale compagno di banco? 

“Sicuramente Francesco Pannofino, è come me, ci siamo suggeriti, infatti mi hanno cacciato dall’aula”.

Che rapporto hai con l’essere giudicato nella vita in generale?

“Io adoro il giudizio, sono una persona che si mette sempre in dubbio. Quando arriva una critica sana, bisogna sempre ascoltarla, e se è giusta bisogna metterla in atto. A me non piace quando la critica viene fatta a prescindere. I social ad esempio, oggi danno la possibilità a chiunque dire cose incredibili, io sono rimasto scioccato dai commenti ricevuti dalla foto del figlio di Theo Hernandez. Ad esempio se mi viene detto: ‘a me Cirilli tu non mi fai ridere’, quella è una critica. Dire invece: ‘non fai ridere’, quella non è una critica perché ad altri faccio ridere. Allora quello mi dà fastidio”.

Mattatore a Zelig e Colorado: quale delle due ti manca di più come esperienze? E ii piacerebbe condurre un programma di sul tipo?

“Zelig all’inizio era una trasmissione che aveva un valore, era un gruppo, una squadra. Poi è cambiato tutto e devo dire la verità non mi manca per niente. Colorado era una trasmissione giovane, allegra, fatta appositamente per i ragazzi. Condurre una trasmissione comica l’ho già fatto, come per esempio “Eccezionale Veramente”, che mi ha dato molte soddisfazioni. Mi piacerebbe rifarlo perchè mi sento maturo per farlo, anche facendo da spalla. Vedi condurre una trasmissione per comici non è facile, bisogna essere simpatici, allegri, avere una certa predisposizione oratoria, ma essere anche a disposizione del comico. Un attore può farlo, chi non è attore non può fare da spalla. Ad esempio, ho fatto Tale e Quale Show con Paolantoni, ho dovuto con piacere fare spesso da spalla, e quella è stata la vittoria”.

Oggi le trasmissione comiche sono poche, ma la comicità ha trovato una nuova formula grazie a Tale e Quale Show, con voi due, oppure Stasera tutto è possibile: secondo te funziona?

“Sono due modi di fare comicità differenti. Mentre Zelig e Colorado sono degli stand up con esibizioni dei monologhi fatti appositamente per il pubblico, qui invece è un po’ il ritorno al varietà. Ad esempio quando ho partecipato al tavolo di Fazio, mi ha dato molta emozione, è un po’ il ritorno al varietà, allo show, intatti lo chiamerei Fabio Fazio Show. Sono comicità diverse, adesso quel tipo di comicità, con l’improvvisazione come accade nei varietà di una volta, secondo me può ritornare alla grande. Come il teatro, lo ha dimostrato Vincenzo Salemme, mandando in onda il suo spettacolo che ha avuto molto successo. Essendo io un attore, mi piace sottolineare che portando in tv uno spettacolo come in quel caso, funziona, la gente ha voglia di vedere questo tipo di spettacolo”.

“Ad esempio: YouTube, gli influencer, i social, vanno benissimo, bisogna solo studiare una modalità per non far in modo che tutto quello che facciamo noi diventi inutile. Va benissimo che un ragazzo affronti YouTube e faccia monologhi, però non deve poi andare a calcare un palco che è per gli attori, a ognuno il suo. Non ci si può improvvisare attori, e soprattutto comici. Avere due milioni di follower e andare a teatro portando una parte dei tuoi follower, quello non significa andare a fare uno spettacolo, quello è fare una reunion”.

Ti abbiamo visto con Francesco Paolantoni nel programma di Carlo Conti: un sodalizio artistico che ha funzionato.

“Si ha funzionato molto, ha avuto un grande successo. Io quando vado in giro per i teatri lo tocco con mano, mi dicono tutti che ha funzionato. Questo significa che ha avuto successo”.

Qualcosa insieme?

“Sarebbe bellissimo, sai cosa, il successo lo abbiamo avuto questo inverno. Noi avevamo già in passato stabilito dei tour, quindi dobbiamo prima finire degli impegni che ci siamo presi, però c’è l’idea di poter fare qualcosa insieme. C’è la voglia, la stima reciproca e c’è il talento per poter affrontare lo spettacolo sia in teatro che in televisione”.

Da quanti anni vi conoscete?

“Io sono un suo fan dai tempi di Mai dire Gol, però l’ho incontrato la prima volta lavorativamente parlando, proprio a Tale e Quale Show, quando lui ha partecipato come concorrente. Lì ci siamo piaciuti subito, c’è stata una magia che non sempre viene a crearsi tra due comici. Poi con Carlo Conti abbiamo creato questa idea del ripetente con il proprio coach. Il mio compito era quello di farlo promuovere, purtroppo non ci sono riuscito”.

Vi ritroveremo ancora una volta anche nella prossima stagione?

“Spero di si, ora è proprio una sfida, voglio farlo promuovere”.

Un bellissimo rapporto con Carlo Conti: come vi siete conosciuti?

“Io ho incontrato Carlo Conti negli anni 90’, quando lui faceva i provini per una trasmissione estiva ‘Su le mani’ con Giorgio Panariello come protagonista. Quella volta non mi prese e ti spiego perchè e quanto mi vuole bene. Io avevo un pezzo bellissimo, solo che non aveva una srialità. Quindi lui mi disse : ‘io ti prendo, fai una puntata e poi?’. Quindi ho studiato, quando sono andato a Zelig, lui mi vide sul palco, mi chiamò e mi disse ‘adesso sei pronto per lavorare insieme’. La prima trasmissione fu Sanremo Estate. Da lì è partito un sodalizio, una stima reciproca, un lavorare insieme. Grazie a lui ho lavorato tantissimo e tutte le trasmissioni sono andate bene”.

I tuoi personaggi storici come sono nati?

“Sono nati dalla realtà, io ho questa filosofia: la realtà supera la fantasia. Io vedo cose nella vita reale che se le racconti a qualcuno, ti dice non è possibile. Guardando questa realtà ho creato questi personaggi. Tatiana, o tutti quei coatti che io porto in scena, li avevo visti realmente. L’abruzzese che va a cercare il successo a Roma, ero io. L’idea del ‘Voglio tornar bambino”, l’ho creata da un fatto realmente successo. Quando nacque mio figlio mi sono assunto troppe responsabilità per l’età che avevo, allora dicevo a mia moglie, oddio voglio tornar bambino, e fu proprio mia moglie a suggerirmi di portare in tv questo stato d’animo”.

Quale personaggio ti ha lasciato qualcosa?

“Un po’ tutti. Il primo, l’abruzzese che va in cerca di successo a Roma è proprio il Gabriele Cirilli in cerca con grande fatica e fame è cerca del successo. I personaggi coatti romani sono una prova della mia formazione artistica romana, e quindi quella di Gigi Proietti. Erano una specie di stand up, ma non come quelli di oggi, che alcuni sono un po’ volgari. Era una satira sociale, di costume, e non come fanno oggi che se non dici volgarità non sei uno da stand up. Si può essere da stand up, senza essere volgare”.

Cosa pensi del monologo di Angelo Duro a Sanremo?

“A me è piaciuto, perchè ha detto delle cose che tutti pensiamo e che nessuno ha il coraggio di dire. A volte il linguaggio può essere anche inappropriato. A l’una e mezza di notte è normale. Io Sanremo l’ho fatto un paio di volte, ho portato un monologo sulla mia paura del volare, è un palcoscenico importante, molto critico, va fatto. Ricordo che quando ho iniziato a fare cabaret, ho utilizzato anche certi tipi di linguaggi. Bisogna capire dove si parla, a chi si parla e quando si parla. Se sono su Rai 1 alle nove di sera io ho una certa responsabilità perchè entro senza chiedere permesso nelle case delle persone, quindi devo dire cose che non creino disturbo. Se invece sono all’una e mezza, so che il pubblico è adulto e mi rivolgo a un determinato target, allora mi posso anche permettere, forse, di dirlo con un certo tipo di linguaggio”.

Inventiamo un personaggio nuovo guardando non so la politica italiana?

“A me piacerebbe fare la Meloni, appena potrò la farò. Io l’ho incontrata in epoche non sospette tanti anni fa, lei era una ragazzina. Lei ha questa forza interiore, che ogni tanto far uscire fuori anche il coatto che è in lei. Secondo me, una persona che ha quel tipo di forza è tipica dei miei personaggi. Un po’ Crusca se vogliamo, la ragazza di borgata che però si sa fa valere e che non soccombe. Una che va a combattere e che non ha paura di nulla, una ragazza molto forte insomma. Mi piacerebbe molto imitarla”.

Di questa polemica che riguarda Pino Insegno, cosa ne pensi?

“Pino Insegno lo conosco forse da quasi quarant’anni, è un grande professionista, basterebbe leggere il suo curriculum. Attore, presentatore, comico, di gruppo e da solista.  Un grandissimo interprete. Certo è legato a quelle idee politiche, ma anche a sinistra non c’è ad esempio Crozza o altri come Benigni o Grillo. Perchè non dovrebbe lavorare solo perchè lui è legato a quel partito. Lui in Rai ha già lavorato, è stato fuori per un po’ di tempo e ora ci rientra. Ci stupiamo che si rientri attraverso la politica in televisione? Pino uscirà da questa situazione sicuramente alla grande”.

Quando hai capito che la strada da percorrere era quella dello spettacolo?

“Da bambino, io andavo a vedere le opere liriche al teatro di Sulmona con mia nonna, quando tornavo a casa mi mettevo allo specchio e imitavo i tenori. Ho sempre desiderato fare qualcosa nel mondo dello spettacolo. A sette anni ho cominciato con delle opere, ho fatto anche Pinocchio, anche prima di Benigni. Poi ho abbandonato per le ragazze, per lo sport, per vivere la mia adolescenza. A 18 anni quando ho dovuto prendere delle decisioni dopo il liceo, ho intrapreso questo percorso artistico”.

A quali proposte televisive hai detto no?

“A tutti i reality, Isola dei Famosi, GfVip, ma semplicemente perchè non è il mio lavoro. L’unico che ho fatto che poi chiamano docu-reality è ‘Nudi per la vita’, ma l’ho fatto perchè dietro aveva un messaggio da lanciare, che è quello della prevenzione dei umori. Ma non era proprio un reality. I reality li lascio fare a chi vuole fare quel tipo di trasmissione. Ho detto a mia moglie: nel momento che farò un reality ho finito la mia carriera”.

Il momento più difficile della tua carriera e quello invece più bello?

“Di momenti difficile ne ho avuti, soprattutto quando sopraggiunge un po’ di depressione, perché non riesci a mettere in pratica i piani che vuoi tu. Il mondo dello spettacolo è molto difficile. A volte non è molto facile affrontare provini, delusioni importanti, quello che ti passa d’avanti perchè è raccomandato, é veramente molto difficile. Ho avuto dei momenti di depressione importanti che ho superato con la fede e grazie alla forza della mia famiglia. La felicità è quando raggiungo dei resultati, ad esempio in teatro quando c’è la standing ovatin, quello è il mio momento di felicità, perchè il pubblico si alza in piedi e decreta il successo”.

L’esibizione che ti ha divertito di più a Tale e Quale show?

Due in particolare: Stanlio e Ollio perchè comunque c’era anche un po’ di poesia e di emozione, perchè è bellissimo imitare due personaggi che sono due monumenti sacri. Ci guardavamo negli occhi io e Francesco e c’era una luce particolare. E poi Brividi con Mahmood e Blanco, perchè è stato bellissimo”.

Quali sono i prossimi progetti? Dove ti vedremo?

“Adesso sto facendo Only Fun sul Nove, che è un po’ un misto tra Colorado e Zelig ma al passo coi tempi. Lì faccio satira con monologhi di stand up. faccio tanto teatro e poi c’è la mia scuola, ho aperto da un anno la mia scuola di teatro che si chiama ‘La Factory’ in Abruzzo, vorrei fare altre sedi in Italia, ho trenta allievi, è sullo stile ‘Proiettiana’ e con loro vorrei creare una mia compagnia stabile”.

Hai nominato Gigi Proietti: quanto manca?

“Manca molto, io posso considerarlo un mio secondo papà. Dalla morte di mio padre lui è stato il mio punto di riferimento. Manca a tutti, Proietti e Gassman sono stati due grandi mattatori. Uno come Proietti, capace di recitare, ballare, cantare, fare tutto insomma, manca molto”.

Ti piacerebbe condurre Striscia la Notizia?

“Lo guardo sempre, sono un fan di Antonio Ricci da tempi non sospetti. Eravamo a una cena mi ritrovai a parlare con lui ed eravamo d’accordo su molte cose. Mi vedrei dietro quel bancone a Striscia. Oppure inventare un personaggio per Striscia”.

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