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Fiorello ricorda Pippo Baudo: “Per noi siciliani è stato sempre un vanto. Vorrei che non si perdesse quello che Baudo ha fatto” – Intervista video

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Si è aperta questa mattina a Roma presso il Teatro delle Vittorie la camera ardente di Pippo Baudo. Tantissime le persone che stanno rendendo omaggio in queste ore al grande conduttore televisivo, colonna portante della tv italiana. Tra i tanti che si sono recati nelle scorse ore a dare l’ultimo saluto a Pippo Baudo, questa mattina abbiamo incontrato Rosario Fiorello. Lo showman ha voluto ricordare il grande Pippo nazionale con parole toccanti.

Fiorello ricorda Pippo Baudo – Intervista Video

All’esterno del Teatro Delle Vittore, luogo tanto amato da Pippo Baudo, Rosario Fiorello dedica qualche parola al maestro e amico scomparso: “Per noi siciliani è stato sempre un vanto, un orgoglio, anche quando non lo conoscevo, cioè quando ero ragazzo, ero piccolo, per noi sapere di essere siciliani, come Pippo Baudo, era un vanto e noi lo seguivamo più degli altri, di tutta Italia, perché lui faceva anche Antenna Sicilia, conduceva il festival della canzone siciliana, che in Sicilia faceva il 100% di ascolto”.

L’unica cosa che non gli hai fatto fare è andare in Vespa con te, per il resto ha fatto tutto.

“Ha fatto tutto con me, sì, credo che abbia fatto tutto. E dicevo, questa cosa della Sicilia, in privato, quando lo chiamavo non lo chiamavo mai, ma con una frase molto forte siciliana, molto forte, e dall’altra parte ricevevo una risposta altrettanto forte, per cui lì si rideva veramente, non dobbiamo mai dimenticare le nostre radici. Hai ragione Pippo, suca! E lui, forte! Questo era il nostro rapporto”.

Senti il peso della sua eredità, dell’eredità di Pippo?

“Non io, non io. Qui ragazzi, è una cosa, allora, l’ho detto prima, non so chi era, chi era il Tg1, tutto quello che è stato detto di Baudo in questi due giorni è stato detto tantissimo, e tutto quello che io potrei dirvi in questo momento, qualsiasi cosa si possa dire, Pippo è sempre un po’ di più. Non è un semplice conduttore, direttore artistico, 13 Sanremo, pagine di televisione scritte, è qualcosa di più, che non mi viene la parola, non ho un aggettivo per dire cosa secondo me, ovviamente, rappresenti per la televisione italiana, soprattutto per la Rai. La Rai deve moltissimo a Pippo Baudo, cioè proprio la Rai, non solo la statua, ho sentito parlare di Sanremo, dovrebbe sostituire il cavallo di Via Mazzini, quando tornerà Via Mazzini con Pippo Baudo, perché Pippo Baudo ha tracciato un solco enorme, dove tutti noi, tutti noi abbiamo imparato, lui ci ha insegnato senza volere insegnare, solo a guardare, solo a guardare. Ora mi chiedo, delle volte mi chiedo, chi insegnerà ai giovani di oggi a fare la TV, chi?”

Tu Fiorello!

“Perlomeno a fare un certo tipo di televisione, perché ieri sera guardando Papaveri e Papere, mi ero quasi dimenticato di come si facesse la televisione, perché oggi siamo presi da una frenesia talmente potente, una velocità talmente, ma io per primo mi sono inventato un programma di 27 minuti in cui facevo gag da 30 secondi, invece guardando Papaveri e Papere, io mi sono reso conto e mi sono detto: ma dove stiamo andando? Cioè questa è la televisione, questa è la televisione, un pezzo musicale con Zarrillo, Mia Martini e Giorgia, della durata di 10 minuti, oggi non lo puoi fare più. Un monologo di 15 minuti, oggi non lo puoi fare più, una sigla che dura 5 minuti, oggi tutti dicono ma sei pazzo, e invece ieri mi sono goduto Papaveri e Papere, era meraviglioso, con quelle pause stupende, con racconti, adesso vi faccio vedere un video, tutti fermi così, 1, 2, 3, 4, parte il video, adesso siamo presi dalla velocità, dai contenuti sui cellulari che durano 30 secondi e abbiamo perso di vista quello che secondo me, ricordate sto parlando per me, era la grandissima televisione di cui Pippo Baudo è stato veramente l’artefice numero uno”.

Tu gli hai rubato il fatto di fare la televisione con la gente, per la gente?

“Quello che prima dicevo è che nonostante la televisione quella degli anni 60, la prima, quella in bianco e nero, fatta di perfezione, proprio di montaggi perfetti, di balletti provati veramente allo sfinimento, tu vedevi un prodotto veramente bellissimo, stupendo, Baudo ha unito quella perfezione e il fattore umano, il fattore dell’imprevisto, c’è quell’umanità che Baudo ha inserito nella perfezione del grande varietà, che a questo punto speriamo di tornare a fare, magari non sarà più di moda, magari cambieranno canale, chi se ne frega, non vorrei che si perdesse quello che Baudo ha fatto”.

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