Dopo essere rimasto orfano di entrambi i genitori, il piccolo Elio viene cresciuto dalla zia Olga, maggiore dell’aeronautica americana. Il ragazzino sviluppa una profonda ossessione nei confronti del primo contatto con le civiltà extraterrestri e il suo sogno di comunicare con una gli alieni potrebbe realizzarsi in maniera del tutto inaspettata.
Un suo messaggio inviato rocambolescamente nello spazio e incredibilmente giunto a una remota destinazione interstellare, farà sì che il cosiddetto Comuniverso, un’associazione pangalattica composta dai membri più meritevoli di ogni pianeta, lo ritenga un potente leader terrestre e lo inviti ad entrare nelle sue fila. Ma la minaccia del temibile Lord Grigon rischia di infrangere la pace spaziale, mentre nel frattempo Olga si trova a che fare, a sua insaputa, con un clone del nipotino, inviato al suo posto per non farne notare la mancanza.
Elio e gli alieni tesi – recensione
Come tutte le produzioni Pixar anche Elio si dimostra un prodotto dall’estetica ineccepibile, pronto a raccontare una storia ad alto tasso di emozioni, ma rispetto ad altri (capo)lavori passati, soffre di un’architettura narrativa non sempre coesa, che sembra adagiarsi su una comoda comfort-zone senza offrire nulla di effettivamente originale.
Il punto di forza dell’ora e mezzo di visione risiede nell’impianto visivo e non poteva essere altrimenti con una storia che concedeva ampio spazio di manovra nella genesi e relativa rappresentazione di questa moltitudine di creature extraterrestri, con la fantasia degli animatori a sbizzarrirsi a più non posso per offrire mostriciattoli dal design sempre diverso. La costruzione del Comuniverso è un esercizio di world-building che non lascia indifferenti, un tripudio immaginativo dove ogni specie aliena, ogni struttura e ogni paesaggio cosmico sono realizzati con estrema cura del dettaglio.
Un bambino sospeso tra cielo e terra
Ma è sul versante della sceneggiatura che l’insieme vacilla. La struttura del racconto, basata sul classico topoi di un bambino traumatizzato intento ad assumere un ruolo ipoteticamente messianico salvo finire per combinare un sacco di guai, è un meccanismo fin troppo abusato, privo in quest’occasione di qualche escamotage capace di far deragliare il racconto dalla sua prevedibilità di fondo.
L’arco di trasformazione del protagonista e la risoluzione dei vari snodi narrativi non riescono a indagare fino in fondo nel cuore e nella mente del protagonista, rimanendo distante anni luce – paragone assai appropriato data l’ambientazione stellare – da opere che hanno fatto la storia della compagnia (e del cinema d’animazione contemporaneo) quali WALL-E (2008) o Inside Out (2015) e relativo sequel. L’opera dialoga apertamente con gli archetipi della fantascienza, con citazioni a grandi cult come L’invasione degli ultracorpi (1956) e Terminator 2 – Il giorno del giudizio (1991) tra i tanti, ma lo fa con uno spirito citazionista più gratuito che realmente necessario.
E al giungere dei titoli di coda, con tanto di scenetta extra nel frattanto, l’impressione è quella di aver assistito ad un compitino sì godibile ma mai memorabile come altre opere Pixar.
Il film è disponibile nel catalogo Disney+.
Conclusioni finali
Se da un lato si rivela un solido lavoro di animazione e di character design, che conferma la maestria Pixar nel creare mondi e contesti fantastici e affascinanti, dall’altro Elio non ha abbastanza coraggio. Ci troviamo infatti davanti ad un racconto che preferisce la sicurezza di un percorso emotivo già tracciato, che non riesce inoltre ad affrontare con la dovuta lucidità le domande esistenziali che affliggono il comprensibilmente smarrito piccolo protagonista.
Un bambino in cerca di se stesso dopo una tragedia che avrebbe sconvolto chiunque, che cerca nuovi amici non tra i suoi simili ma in quel cosmo dalle infinite possibilità, improvvisandosi “eroe per caso” in una disputa galattica dalle conseguenze assai rocambolesche. Soprattutto il pubblico più piccolo si divertirà per via delle numerose e buffe creature aliene che accompagnano il loro coetaneo nell’incredibile avventura, mentre i più grandi potranno rammaricarsi per quelle potenzialità non del tutto espresse.