Claudio Amendola è stato protagonista di un emozionante incontro con i ragazzi del Giffoni Film Festival 2025. L’occasione? Il ritorno de I Cesaroni, una serie iconica che continua a conquistare nuove generazioni anche grazie alla diffusione sulle piattaforme. In esclusiva ai microfoni di SuperGuidaTV, l’attore romano ha raccontato l’accoglienza travolgente del pubblico, la trasformazione del suo personaggio, il ricordo di Antonello Fassari e le prospettive future tra TV e cinema. Ecco l’intervista integrale, tra aneddoti, emozione e tanta voglia di raccontarsi.
Intervista a Claudio Amendola al Giffoni 2025
Claudio Amendola, benvenuto a Giffoni e su SuperGuidaTV. Un vero bagno di folla oggi con questi ragazzi che attendono con trepidazione il ritorno de I Cesaroni, una serie nel cuore di tutti.
Eh sì, moltissimo! I ragazzi sono impazziti, è stata un’accoglienza calorosissima. Siamo felici e anche un po’ colpiti, perché erano piccoli quando andavamo in onda — e parliamo di undici anni fa. Aver rimesso la serie in piattaforma ha portato tantissimo. Questo dimostra che quando un prodotto è valido, resta valido sempre. Sono molto fiero che sia arrivato anche alle generazioni successive, nonostante oggi ci sia un pubblico abituato a serie molto diverse, spesso americane o nord-europee. Ma I Cesaroni hanno sempre il loro perché.
Cosa hai notato in te stesso come differenza dalla prima puntata a oggi?
Intanto… 13 chili in meno, che funzionano molto! (ride) Poi, sono passati 15 anni, si vede. Ma Giulio è rimasto molto simile a se stesso: un po’ invecchiato, sì, ma con le stesse problematiche di sempre. Deve occuparsi della famiglia, abbracciarla tutta — è il suo ruolo, e gli viene bene.
Questa stagione è dedicata ad Antonello Fassari. Ti va di ricordare un aneddoto con lui?
Sul set ho tanti ricordi. Ma quello che mi torna in mente più spesso, ora che l’amarezza lascia spazio ai ricordi dolci, sono gli scherzi che gli facevo io. Stavamo spesso dietro al bancone della bottiglieria: inquadrature in cui non si vedevano le gambe. Io, ogni due per tre, gli versavo delle bottigliette d’acqua sui piedi fuori campo mentre giravamo. Le sue reazioni… indimenticabili. Scappavo per tutto il set!
Sei stato protagonista anche ne Il Patriarca. Ci sarà una nuova stagione?
È un personaggio che ho amato e una serie a cui voglio bene. Non credo che Il Patriarca tornerà, anche perché speriamo tanto che I Cesaroni abbiano un percorso lungo. Per un protagonista-regista vuol dire un anno pieno di lavoro. Magari inserirò qualche film, se capiterà, ma per ora il focus è tutto sui Cesaroni.
Sei stato anche conduttore. Ti piacerebbe tornare alla conduzione?
Sì! Prima o poi tornerà. Mi diverto molto, la televisione mi piace.
C’è un programma che ti piacerebbe condurre?
Ce ne sono parecchi! A me piacciono molto i game show, quindi mi piacerebbe condurre Passaparola… se zio Gerry lo permette!
Alcuni tuoi colleghi ci hanno detto di sentirsi spesso precari nel mestiere di attore. Tu che ne pensi? E senti che il governo tutela abbastanza il vostro lavoro?
Che il lavoro dell’attore sia precario è una verità, fa parte delle regole del gioco. Io, però, non ho mai vissuto quel precariato: ho sempre lavorato tantissimo e ho sempre avuto contratti già pronti per il progetto successivo. Ma so che l’attore che non lavora… è il lavoro più brutto del mondo. Quanto alla tutela da parte dei governi… ne ricordo pochissimi che abbiano davvero aiutato il comparto. Ma non ho voglia di fare polemica.