ADV

“Buen camino”, Checco Zalone punta a incassi record: “Aspettative alte, mi spaventa la reazione dei ragazzi. Bisogna essere intelligentemente scorretti”

ADV

Cinque anni dopo Tolo Tolo, Checco Zalone torna nelle sale dal 25 dicembre con “Buen camino”. Una storia semplice in cui si parla di un rapporto tra padre e figlia ma che non manca di essere politicamente scorretto. Non mancano battute di black humour che tirano in ballo l’11 settembre, l’Olocausto e anche Gaza. E poi ancora toni irriverenti su argomenti attuali come omosessualità, disturbi alimentari e razzismo. Stavolta Zalone veste i panni di Checco, il rampollo viziato ed egomaniaco, di un industriale dei divani. Invece di lavorare il protagonista, passa il tempo con la sua fidanzata modella 25enne tra una super villa piena di statue e quadri autocelebrativi, yacht e feste come quella che sta preparando con 800 invitati per i suoi 50 anni. Festeggiamenti che deve rimandare quando l’ex moglie Linda (Martina Colombari) lo chiama per dirgli che la figlia adolescente, Cristal (Letizia Arnò), è scomparsa. Checco ritrova la ragazza in Francia dove la figlia, in cerca di valori autentici, sta per iniziare il cammino di Santiago di Compostela, lungo 800 km. Un’impresa in cui l’uomo, pur di riportarla presto a casa, decide di accompagnarla, tra ostelli, vita semplice (o quasi) disavventure, ricoveri e rinascite. Nel cast, fra gli altri, anche Beatriz Arjona, Hossein Taheri e Alfonso Santagata. 

“Buen camino”, le dichiarazioni di Checco Zalone

Oggi in conferenza stampa Checco Zalone ha spiegato di avvertire la pressione per i risultati al botteghino: “Inutile essere ipocriti, ci aspettiamo di incassare. Gli incassi possono far bene a tutto il comparto, e ce lo auguriamo. Le aspettative sono alte, e i dati sono confortanti”. Il comico pugliese ha espresso preoccupazione in merito all’accoglienza del film da parte dei più giovani: “Mi spaventa la reazione dei ragazzi, perché sono abituati a un consumo immediato dei contenuti. Mia figlia, per dire, guarda video di quaranta secondi. L’idea di tenerli fermi un’ora e mezza davanti a un film mi mette un po’ d’ansia. Però il cinema è questo: un racconto deve avere il suo tempo, la sua drammaturgia. La mia curiosità è proprio capire come si rapporteranno”. 

Come nel film, anche Zalone nella vita è padre: “Il tema può sembrare ruffiano ma volevamo raccontare una ragazza che cerca valori autentici, non una ragazzina qualunque. È diverso da come sono, ad esempio, le mie figlie, che passano le ore sul cellulare. Io ho due bambine, una di tredici anni e una di dieci, e con la maggiore cominciano a nascere quei normali conflitti. A volte mi sembra di parlare una lingua che lei non capisce più”. 

Nel film non mancano le battute sull’11 settembre, Gaza, difetti fisici. Il regista Gennaro Nunziante però aggira subito la polemica: “Bisogna sempre arrivare ai finali, è questo l’elemento più importante delle commedie italiane. In mezzo alle battute c’è poi una rigenerazione, e se c’è una differenza quella sta tutta nell’evoluzione dell’uomo, nella sua miseria o follia. Questo è il lavoro che deve fare il cinema”. Checco Zalone aggiunge che “invece di lamentarsi del politicamente corretto, bisogna essere intelligentemente scorretti”. 

Nel corso della conferenza, Checco Zalone ha poi replicato a Pietro Valsecchi. In un’intervista al Corriere della Sera, il produttore nel ripercorrere il sodalizio con il comico aveva spiegato le ragioni della rottura definendo il comico “troppo attaccato ai soldi” e “desideroso di compiacere l’intellighenzia di sinistra”. Zalone ha però spento ogni polemica con poche parole: “Gli voglio bene”. 

Infine, Zalone parla del cammino che ha intrapreso nella sua vita: “A 17 anni non cercavo spiritualità, volevo fare il musicista, il pianista. Poi è venuto fuori il comico”. Ad oggi l’idea di intraprendere un cammino spiritale come quello di Santiago lo incuriosisce: “Ho visto tanta gente arrivare alla fine cambiata in maniera significativa”. 

ADV
Articoli correlati