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BigMama al Giffoni Film Festival: “I corsetti di Marco Mengoni? Adesso è figo odiare gli altri. La Kiss cam non dovrebbe uscire fuori dal concerto” – Intervista Video

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BigMama arriva al Festival di Giffoni per incontrare i giovani giurati della kermesse in corso in questi giorni nella cittadina in provincia di Salerno. Bagno di folla per la star della musica italiana che non si tira mai indietro nel rispondere alle domande dei giornalisti presenti in sala stampa. Noi di SuperGuidaTv abbiamo incontrato Marianna Mammone, nome all’anagrafe di BigMama e con lei abbiamo parlato di muri abbattuti grazie alle sue esperienze personali. Con BigMama abbiamo anche parlato di molte polemiche che in questi giorni stanno tenendo banco sui quotidiani e sul web, come quelle che hanno riguardato il corsetto indossato da Marco Mengoni durante i suoi concerti e quelle legate al caso della Kiss-Cam.

BigMama: intervista esclusiva

Il tema del festival è diventare umani, secondo te è fattibile in un contesto mondiale dove di umanità ce n’è ben poco?

In questo preciso momento si sta facendo leva sul potere che ha l’odio. La politica in questo momento, nel mondo, è basata sull’effettivo che ha l’odio, e questa cosa, per quanto sembri strano, perché noi siamo in Italia, un mondo che attualmente è a parte, invece arriva molto forte anche a noi, e io me ne rendo conto dalle cose più piccole, quindi dalle persone che iniziano ad utilizzare sempre di più l’odio sui social, dal vivo alle cose più grandi, quindi persone che preferiscono non votare, persone che hanno degli schieramenti completamente strani. 

Penso che in questo periodo storico sia uno slogan molto coraggioso, ma penso anche che il mondo prima o poi avrà il suo ricambio e che dopo ogni periodo buio, sia nella vita di una persona che nella vita di tutte le persone che stanno al mondo, ci sia sempre un periodo di luce, e quindi sono sicura che fare leva sulle nuove generazioni in questo modo, perché so che ci sono un sacco di ragazzini e di bambini che partecipano appunto ai laboratori e quindi hanno da dire tanto, è una cosa che domani porterà ad avere un mondo sicuramente migliore dal punto di vista dell’empatia, perché è quella che manca, quindi secondo me per diventare umani, perché umani purtroppo si nasce e poi diventi qualcosa di particolare se scegli le strade sbagliate, si può ritornare nel momento in cui da genitore riesci a passare ai tuoi figli qualcosa che abbia senso, sai insegnare il rispetto, l’amore, l’empatia, soprattutto sui bambini di sesso maschile, insegnare ai bambini che loro possono emozionarsi, possono piangere, possono trovare tristezza e lo possono far vedere, e per i bambini sicuramente il mio messaggio è quello di ascoltare le persone più grandi, di parlare con le persone più grandi quando serve. 

Purtroppo in questo momento stiamo vivendo in una società che sicuramente ha un’impronta abbastanza maschilista, quel grandissimo patriarcato che ci troviamo a nominare molto spesso, le origini del patriarcato nascono all’origine della vita, quindi quando un bambino impone di comportarsi in un certo modo perché non deve sembrare una femmina, in quel caso lui inizierà a vedere le femmine come il sesso debole, delle persone da proteggere, da intimidire. Io non sarò mai come una femmina perché non sono quel tipo di debole lì. Gli insegnamenti vanno ai bambini di qualsiasi genere.

L’attenzione soprattutto alle mamme, ai papà, alle persone che sono genitori, l’attenzione, soprattutto sui ragazzini, anche perché vengono investiti molto da una società che ti vuole in una maniera completamente diversa rispetto al bambino innocente che sei, devi sempre essere diverso perché sei un maschio, quindi sicuramente attenzione a loro, poi le bambine hanno tanto bisogno di aiuto allo stesso modo, però ci tengo sempre a specificare questa cosa perché conosco molti uomini purtroppo che hanno fatto parte della mia vita, che nati e cresciuti in una condizione del genere sono arrivati ad essere delle persone violente perché gli è stato insegnato che quello era il modo di agire quando sei un uomo, quindi per quello è più importante.

Sei riuscita ad abbattere dei muri su temi importanti, che effetto ti fa aver dato anche la possibilità a tanti giovani di reagire nei confronti della discriminazione? E cosa pensi di tutta la polemica che c’è stata sul corsetto di Marco Mengoni?

Parto dalla seconda. Io Marco l’ho visto live ed è stato un live incredibile. Lui è un performer assurdo, una persona che ha una storia musicale gigantesca e voi vi lamentate di che cosa si mette? Siamo, come dicevo prima, perché l’argomento è sempre quello, siamo in un periodo in cui l’odio è ritornato di moda, abbiamo passato quei 3-4 anni di Body positivity, di stop al bullismo, invece adesso sta ritornando, adesso è figo quando tu odi gli altri, perché purtroppo siamo un po’ delle capre da questo punto di vista, a livello mondiale c’è l’odio, allora tutti quanti diventiamo delle grandi macchine da odio. Io penso che quel corsetto gli stia incredibilmente, quei corsetti che mette, i vestiti di scena che mette, perché li ho visti dal vivo e gli stanno benissimo. Ogni artista, ogni persona, deve avere il diritto di potersi esprimere come vuole e vivere la vita come vuole, quindi purtroppo le persone che criticano per quanto mi riguarda resteranno a casa con il loro maglione brutto, cioè a fine noi mettiamo dei corsetti molto fighi.

Per quanto riguarda la prima domanda, allora io sono molto fiera del lavoro che faccio in maniera molto numera, nel senso che so che purtroppo il mio è proprio una briciola in un mondo enorme, un mondo pieno di persone che magari non ascoltano neanche. Dallo stesso punto di vista però è un lavoro molto difficile, nel senso che ci sono sempre più persone che non vogliono ascoltare, che anzi vogliono spesso fraintendere ciò che dico perché gli fa più comodo, quindi mi trovo in una posizione abbastanza difficile, a volte avrei bisogno di avere molta più forza, infatti ringrazio tantissimo tutte quelle persone, le mie amiche, soprattutto attiviste, che fanno un lavoro incredibile, puntando ogni giorno su dei messaggi nuovi e facendo capire a chi le ascolta nell’effettivo cosa può sembrare giusto, cosa può non esserlo, cosa è sbagliato e cosa non lo è. Io ci provo, nel senso che lo faccio molto con la musica, i miei testi sono sempre taglienti, io devo sempre dire qualcosa, se non ce la faccio scrivere, anche se è una canzone più insussata, magari è tutta una barzelletta, ma quel messaggio ci deve stare per forza, perché io inizio a scrivere per quello, per buttare la mia rabbia, tutti i miei suoni su un foglio. Dal punto di vista proprio del parlato, di quello che posso dire, io ci provo sempre tramite le mie collaborazioni con i brand, cerco sempre di metterci comunque qualcosa che abbia senso, non è che faccio solo la pubblicità, ci devo sempre mettere qualcosa, il corpo è importante, come lo è la sessualità, è importante sentirsi a proprio agio in un mondo che non ti vuole far sentire così, la stessa cosa nei video, la stessa cosa nelle interviste, la stessa cosa quando trovo una ragazzina che viene da me e fa: vorrei fare il coming out con la mia mamma, ma non ci riesco, la mamma sta dietro, non è che la faccio outing, però quando la mamma viene a salutare, dico: “oh signora, i figli si amano sempre”, cioè cerco sempre di dare un po’ dei messaggi, però credimi che non è facile, perché più vado avanti, più mi rendo conto che questi messaggi spesso vengono respinti, non da tutti, ma da delle persone che vogliono proprio buttarli via, perché non li considerano giusti e questa cosa un po’ pesa. 

Oggi che evoluzione stai vivendo e quali pensi invece che siano quelle corde ancora inespresse in quei talenti da far emergere?

Allora io sono una persona estremamente vulnerabile, nel senso che, ma è una cosa che non nascondo, non l’ho mai nascosta, poi sicuramente da fuori una persona può vedere di me ciò che vuole, magari tu vedi che sono una persona forte semplicemente perché ho il coraggio, tra tantissime virgolette, di salire sul palco e fare il mio lavoro, in realtà io rimango una persona davvero molto sensibile, soprattutto all’odio che viene da fuori, avendo un passato difficile da persona che è stata bullizzata molto.

Non è facile riuscire ad incanalare i pensieri negativi e metterli da un’altra parte, una valigia che butti via, quindi rimangono, e per questo ho tantissimi problemi con l’odio sui social, è una cosa che sto cercando di tutelare a livello mio personale, mentale, il più possibile, ovviamente tramite un percorso con una professionista, però non è per niente facile, io mi lascio ancora molto scalfire da ciò che viene da fuori, mi piacerebbe tanto cambiare, però penso che questa vulnerabilità che io ho, possa essere a sua volta una sorta di esempio. Nel senso che io sono una persona estremamente umana, comune, come mi vedi, non è che ho bisogno di mettere delle imbracature particolari, penso che questa cosa crei meno spazio possibile tra me e la persona che mi ascolta. Cioè, io e la persona che mi ascolta siamo sorelle, fratelli, siamo amici e questa cosa aiuta magari quella persona a sentirsi meno sola e aiuta anche me a sentirmi meno sola a mia volta perché è bellissimo quando un fan, una persona a casa viene da me e dice: “ho ascoltato quella canzone, mi ha detto questo, questo e questo, anche io ho vissuto questa cosa”, in quel momento mi sento meno sola, quindi il mio essere vulnerabile secondo me fa in modo che gli altri possano sentirsi più vicini a me perché i supereroi, fortunatamente, non esistono, non penso di esserlo. Io sono Marianna, vengo da San Michele di Serino, mi piace scrivere canzoni e mi piace parlare perché penso di avere qualcosa di giusto da dire, quando non so cosa dire sto zitta. 

Lo scorso Saremo hai portato il brano La rabbia non ti basta, ad oggi quella rabbia è ancora lì o hai imparato a trasformarla?

La rabbia c’è sempre, bisogna imparare a riconoscere le emozioni e ad accoglierle tutte. La rabbia non è più così tanto nociva per la mia mente come lo era una volta, nel senso che prima la mia rabbia si buttava tutta su me stessa, io dovevo farmi del male in qualsiasi modo, sia a livello sociale, quindi allontanarmi dalle persone, avere meno amici possibili. Non ho mai negato di essere stata una donna sinistra nella mia vita, ad oggi quella rabbia è diversa, nel senso che provo ancora rabbia, chi è che non la prova? Penso tutti, però non la provo nei miei confronti, cerco di non arrabbiarmi con nessuno, sono arrabbiata per i fatti miei, però questa cosa non avrà nessuna ripercussione né su di me né su tutto quello che mi circonda, che secondo me è il modo più giusto per provare emozioni forti come la rabbia che sono anche difficili da trattenere, quando sei felice, se sei felicissimo ci sta, quando sei triste puoi essere tristissimo, quando sei arrabbiato e sei molto arrabbiato potresti fare qualcosa di cui poi dipendi e da piccola questa cosa l’ho fatta, quindi da questo punto di vista è cambiato tanto il mio approccio a determinati tipi di emozioni soprattutto forti.

Quella canzone per me ha voluto proprio mettere un punto, nel senso che non ti devi arrabbiare più con te stessa perché quando tu vuoi fare una cosa alla fine piano piano ci riesci e riuscire a portare quel messaggio sul palco più grande d’Italia per me è stato fondamentale, è stata proprio una carezza alla Marianna bambina che ha dovuto sopportare quello che ha sopportato. È una carezza anche alla Marianna di oggi che aveva bisogno di quel palco, aveva bisogno di far ascoltare la propria voce. La Marianna di adesso, proprio di questo momento, si rende conto che non è bastato, nel senso che abbiamo fatto dei passi avanti soprattutto in quel periodo, mi ricordo che c’erano molte persone che mi difendevano, molte persone che avevano capito. Purtroppo mi è bastato fare quello stesso anno un concerto in cui invece di presentarmi come la ragazzina bullizzata, mi ero presentata come una donna consapevole perché aprivo il doppiopetto e avevo messo un costume di scena in cui si vedevano le gambe. Questa cosa ha fatto arrabbiare tutta l’Italia perché c’era in quel momento in tendenza su TikTok “BigMama scandalo”, semplicemente era caduta quell’immagine che loro volevano vedere di una donna spezzata che aveva avuto la sua rivincita romantica. Avevano visto invece una donna che aveva il coraggio di fare quello che vuole, di essere se stessa e quella cosa ha dato molto fastidio. Da quello ho capito, è che forse dovevo fare molto lavoro e in tutto questo, tra l’altro quelle non erano le mie gambe ma erano i leggings color carne.

Sul palco del primo maggio ti abbiamo visto che sei molto sciolta, cioè ti diverti. Volevo capire se ti piacerebbe magari anche presentare uno show televisivo oppure se ti hanno già fatto delle proposte.

Allora, a me piace tantissimo uscire dalla mia comfort zone. Per me andare in televisione è bellissimo e la cosa più bella e per questo ricordo anche le persone che mi hanno chiamato a fare trasmissioni in televisione è proprio il fatto che accettano il mio modo di essere spontaneo, nel senso che io proprio prendo il copione e faccio ok, mi piace.

La notizia del momento è che il Codacons vorrebbe vietare la Kiss-cam ai concerti. Volevo una tua battuta su questo, se ai tuoi concerti possiamo continuare a baciarci tranquillamente. 

Allora, sicuramente ti puoi baciare con chi vuoi nel mio concerto, ti puoi limonare con chi ti pare. Il problema di oggi è che la Kiss-cam dovrebbe essere un qualcosa che rimane solo all’interno del concerto, ma non è mai così perché le persone magari filmano e invadere così tanto non c’è nessuna liberatoria che tu firmi prima di andare a vedere un concerto, quindi sono un po’ in una posizione di mezzo, nel senso che la Kiss-cam la trovo una cosa molto carina, romantica, bellissima, così, però può rovinare delle vite come abbiamo visto e non è tanto piacevole perché per quanto ingiusto possa essere il tradimento, eccetera, è giusto che ognuno si faccia i fatti proprio a casa propria. Poi che sia successo così è ragazzo mio, purtroppo è andata così, non so cosa dirti, direi che è un tema abbastanza difficile, direi che non c’è una risposta vera, se nessuno avesse il telefono e nessuno avesse i social ai concerti, secondo me sì, nel momento in cui tu puoi essere pubblicato dovresti firmare una liberatoria e la liberatoria invece nessuno l’aveva firmata, quindi è strano.

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