Francesca Fialdini è tornata a danzare sul palco di Ballando con le Stelle e lo ha fatto tra gli applausi calorosi del pubblico. Dopo settimane difficili, la conduttrice è rientrata in gara nel turno di ripescaggio, conquistando la giuria e la platea con un tango intenso ed elegante eseguito al fianco del maestro Giovanni Pernice. Considerata una delle protagoniste più promettenti sin dall’inizio della stagione per la crescita costante mostrata a ogni esibizione, Fialdini aveva dovuto interrompere bruscamente il suo percorso a causa di un doloroso infortunio prima al piede e poi alle costole.
La fase di recupero non è stata semplice e, oltre alle difficoltà fisiche, la conduttrice ha dovuto fronteggiare anche la discussione legata al cosiddetto “lastra-gate”, che per giorni ha spostato l’attenzione dal suo impegno artistico e dalle sue condizioni reali. Nonostante tutto, il suo rientro in pista ha avuto il sapore di una rivincita: grinta, tecnica e determinazione le hanno permesso di riconquistare il suo posto nello show e il sostegno di chi l’ha sempre seguita.
Noi di SuperGuida TV abbiamo intervistato in esclusiva Francesca Fialdini. Con lei abbiamo iniziato la chiacchierata parlando del libro “Come fossi una bambola” in cui ha affrontato un tema molto attuale, quello della dipendenza affettiva: “Credo capiti a molti di trovarsi in una relazione che non somiglia più a chi siamo. Non sempre è qualcosa di tossico: a volte siamo noi a restringerci, a compiacere, a perdere la nostra voce. In quel senso sì, mi sono sentita “come una bambola”. Con il tempo ho capito che una relazione sana è quella in cui respiri e resti te stessa. Questo libro vuole ricordarci che possiamo scegliere e ritrovare la dignità dei nostri sentimenti”.
Sabato scorso, Francesca è tornata in gara a Ballando. Nonostante l’infortunio, non ha mai mollato e la sua grinta l’ha premiata. Si è lasciata alle spalle anche le critiche che le sono state rivolte.
La Fialdini è una delle favorite per la vittoria: “Il “mio” Ballando l’ho già vinto con me stessa! Sono entrata con la consapevolezza di essere un pezzo di legno e poi… oggi leggo che sarei considerata una favorita. Mi lusinga ma cerco di non farmi travolgere: continuo a vivere ogni puntata non come una gara da vincere. Il resto… verrà da sé. Ballando mi sta insegnando a fidarmi di più del mio corpo, a lasciarmi andare, a non avere paura di sbagliare davanti agli altri. Ho scoperto una forza che non sapevo di avere e una leggerezza che avevo dimenticato. Se dovessi riassumere tutto in una frase direi così: è un viaggio faticoso, ma profondamente liberatorio”.
Un’edizione quella di Ballando con le Stelle molto complicata e non solo per gli infortuni anche per il tragico lutto che ha colpito Andrea Delogu. Intanto, ora che Sanremo si avvicina, sono iniziate a circolare delle indiscrezioni sulle co-conduttrici. Tra loro si è fatto anche il nome della Fialdini. Lei però non ci pensa anche se ammette che sarebbe un suo sogno.
Francesca Fialdini, intervista esclusiva alla concorrente di Ballando con le Stelle
Francesca, innanzitutto come stai?
Ma che bella domanda per iniziare… direi che sto bene, grazie! È un periodo intenso, pieno di storie, di incontri, di quelle cose che ti ricordano perché fai quello che fai. E tu invece? Come va dalla tua parte?
Nel libro “Come fossi una bambola” parli di dipendenza affettiva. Com’è nata l’idea?
L’idea è nata quasi in punta di piedi, dall’incontro con Massimo Giusti e dalla consapevolezza che la dipendenza affettiva riguarda molte più persone di quanto immaginiamo, anche quelle che sembrano forti e risolte. Volevamo raccontare ciò che non si vede: relazioni che non lasciano lividi sulla pelle ma nell’anima, gabbie sottili da cui è difficile uscire. Il libro nasce dal desiderio di dare voce a chi ce l’ha fatta e di offrire una chiave per distinguere il bisogno dall’amore. Raccontare per illuminare, non per giudicare.
Nella tua vita ti è capitato di sentirti come una bambola? Ti è capitato di vivere degli amori tossici?
Credo capiti a molti di trovarsi in una relazione che non somiglia più a chi siamo. Non sempre è qualcosa di tossico: a volte siamo noi a restringerci, a compiacere, a perdere la nostra voce. In quel senso sì, mi sono sentita “come una bambola”. Con il tempo ho capito che una relazione sana è quella in cui respiri e resti te stessa. Questo libro vuole ricordarci che possiamo scegliere e ritrovare la dignità dei nostri sentimenti.
Intanto in queste settimane è stato approvato il testo sul consenso informato per l’educazione sessuale a scuola che prevede l’educazione sessuale alle medie solo con consenso dei genitori. Cosa pensi al riguardo?
Credo che quando si parla di educazione sessuale dovremmo pensare prima di tutto ai ragazzi, al loro diritto a ricevere strumenti chiari e sicuri per conoscere sé stessi e gli altri. Il coinvolgimento delle famiglie è importante, ma lo è altrettanto garantire un percorso educativo serio, non lasciato al caso o ai tabù. Informare non significa anticipare niente: significa proteggere.
Dopo l’infortunio sei tornata in gara. Ci speravi? Cosa hai provato?
Sì, ci speravo. Tornare è stato bellissimo. Ho trovato affetto, un calore unico per me sia da parte dei miei compagni e colleghi e sia da parte del pubblico. Che gioia nel poter ricominciare…
Quanto ti hanno ferito le critiche sull’infortunio?
No, non mi sono sentita ferita. Ho sorriso, molto! Quando si mette in dubbio una sofferenza, la buona fede, è sempre pesante. Ma poi come nel mio caso ho avuto modo di fare chiarezza, e capisci che l’unico giudizio che conta è quello che dai a te stessa. E allora vai avanti, più dritta di prima.
Al momento sei una delle favorite per la vittoria. Come la vivi?
Il “mio” Ballando l’ho già vinto con me stessa! Sono entrata con la consapevolezza di essere un pezzo di legno e poi… oggi leggo che sarei considerata una favorita. Mi lusinga ma cerco di non farmi travolgere: continuo a vivere ogni puntata non come una gara da vincere. Il resto… verrà da sé.
Hai fatto un primo bilancio del tuo percorso?
Il bilancio, per me, è sorprendentemente ricco. Ballando mi sta insegnando a fidarmi di più del mio corpo, a lasciarmi andare, a non avere paura di sbagliare davanti agli altri. Ho scoperto una forza che non sapevo di avere e una leggerezza che avevo dimenticato. Se dovessi riassumere tutto in una frase direi così: è un viaggio faticoso, ma profondamente liberatorio.
Se dovessi arrivare alla finalissima, con quale collega ti piacerebbe giocartela?
Se arrivassi in finale, mi piacerebbe condividere quel momento con una coppia che abbia vissuto questo percorso con la stessa dedizione, con lo stesso spirito di rispetto e di fatica. Più che un avversario, vorrei accanto qualcuno che abbia amato Ballando quanto l’ho amato io.
Grazie a questa esperienza hai abbandonato i panni di “perfettina”. La danza ti ha permesso ti scoprire qualcosa di te che non conoscevi? In cosa ti ha aiutata?
C’è stato un momento in cui ho fatto i conti con me stessa… non avevo più un confine, ho, infatti, raccontato in tv descrivendo un periodo difficile, fatto di angoscia e silenzi. Questo percorso di cadute e risalite mi ha aiutata, la danza mi ha restituito a me stessa: più forte e consapevole.
La tragedia familiare di Andrea Delogu ha colpito duramente anche voi concorrenti. Che giorni sono stati quelli?
Quei giorni sono stati carichi di dolore, di silenzi, di una sensazione di sospensione — come se tutto il mondo si fosse fermato. Sapere che Andrea stava vivendo un lutto così immenso ha colpito ciascuno di noi: c’era tristezza, incredulità, una tenerezza che faceva quasi male. Perché quando un dolore così grande attraversa una persona, attraversa anche noi che le vogliamo bene.
Oltre a Ballando con le stelle, c’è anche “Da noi a ruota libera”. È difficile portare avanti un doppio impegno? Avverti la fatica?
Sono felice, davvero. Mi sento una donna fortunata, altro che fatica. La stanchezza c’è, inutile negarlo, ma svanisce ogni volta che vedo “fiorire” ciò a cui lavoro. È la motivazione che fa da motore. Da noi… a ruota libera è un programma che ho l’onore di guidare da sei anni: una squadra meravigliosa, in gran parte femminile, con cui amo profondamente lavorare. E anche quest’anno stiamo raggiungendo risultati alti e lusinghieri. Come potrei chiamarla fatica? È energia pura.
Sanremo si avvicina. Ti piacerebbe affiancare Carlo Conti come co-conduttrice?
Sanremo è un sogno, un miraggio bellissimo, una tappa che per chi fa il nostro mestiere ha un peso speciale. Carlo Conti è un grande stratega: ha visione, misura, esperienza. Sa sempre quali scelte fare e quando farle. Io, intanto, continuo a fare il mio percorso… e a sognare a occhi aperti il mio futuro.