Tanti gli amici e i colleghi presenti nel secondo giorno di camera ardente di Pippo Baudo presso il Teatro delle Vittore a Roma, aperta dalle 10 alle 20. Tra questi non poteva mancare Amadeus che ha rivoluzionato il Festival di Sanremo, essendo il conduttore e direttore artistico per 5 anni, un po’ come fece anni fa Pippo Baudo che incontrò prima della kermesse e che gli diede consigli preziosi.
Amadeus ricorda Pippo Baudo – Intervista Video
All’esterno del Teatro Delle Vittore, noi di SuperGuidaTv abbiamo raccolto ai nostri microfoni il ricordo di Amadeus su Pippo Baudo che ci ha detto:
“Quello è qualcosa che tengo nel mio cuore, che tengo nei miei ricordi, l’affetto reciproco. Sono cose che non si dimenticano e sono cose che terrò sempre con me”.
C’era un modello televisivo che non esiste più. Troppa velocità, chi se ne frega degli ascolti.
“È un mondo velocissimo, questo. La televisione di Pippo era una televisione bellissima, era avanti. Lui era avanti già quando faceva i Varietà all’epoca o i Sanremo suoi sono stati veramente avanti e rivoluzionari sotto tutti i punti di vista musicali, tra l’altro e non solo. È chiaro che è una televisione diversa, il mondo va avanti. Però io credo che persone come Pippo Baudo, come Maurizio Costanzo, Raffaella Carrà, Mike Bongiorno, Enzo Tortora, sono persone che hanno fatto la televisione, non erano in tv. Tutti possono essere in televisione, ma pochissimi la fanno.
Tutti i nomi che io ti ho fatto l’hanno fatta, l’hanno a tratti inventata e hanno provato anche ad insegnarci qualcosa. È difficile la televisione di una volta farla oggi, ma non è detto che oggi uno non possa provare a farla”.
Tu sei un conduttore, tanti Sanremo, quindi secondo te Pippo Baudo può avere un’erede o ci sono tanti che devono insieme fare un Pippo Baudo?
“Guarda, ho sentito parlare di eredità, non c’è l’erede di Baudo, non c’è l’erede di Costanzo, non c’è l’erede di Mike Bongiorno, non c’è l’erede di questi nomi, non c’è l’erede di Raffaella Carrà. Non c’è, semplicemente perché erano unici. Non esiste, poi ognuno nel tempo ha una propria personalità, un proprio stile, il tempo decide e dice se quello che ha fatto l’ha fatto bene. Partendo dalla professionalità, dalla passione, ma un’erede no. Poi parlando di Rosario Fiorello, è chiaro che Rosario è uno che può fare il varietà. Se noi pensiamo al varietà, al grande varietà della RAI, l’unico nome secondo me che può fare questo è Rosario Fiorello”.
La RAI sta valutando di intitolare questo teatro, dove tu sei stato protagonista per tanto tempo, a Pippo Baudo. Sarebbe per te un omaggio doveroso, che effetto ti farebbe vedere il Teatro delle Vittorie intitolato a Pippo Baudo?
“Sarebbe una cosa giustissima, bellissima. Pippo era affezionato a questo teatro, ma chi ha lavorato in questo teatro, inevitabilmente lascia un pezzo di cuore al Teatro delle Vittorie. Sta a noi, alla televisione, fare in modo che vengano ricordati e che esistano sempre. La cosa più importante è che chi ha fatto la televisione come Pippo Baudo venga sempre ricordato, citato, preso ad esempio, non solo nei prossimi giorni, ma il più a lungo possibile”.
Qual è stato il consiglio più prezioso che ti ha dato durante i festival?
“Una cosa che ho raccontato molte volte, in realtà, io credo che nella vita le cose non capitano per caso, nel bene o nel male. Io conosco Pippo da tanti anni, ho avuto anche l’onore di averlo ospite in qualche trasmissione o di essere andato da lui. Prima dei miei cinque Festival accadde una cosa che non era mai accaduta, in un ristorante non lontano da qui, eppure ci eravamo incontrati altre volte salutandoci, ma lui lì mi chiese di sedermi al suo tavolo.
Io ancora non dovevo fare Sanremo, era aprile, me lo dissero ad agosto, e lì non dimenticherò mai, ma l’ho raccontato pubblicamente, tutti i consigli perché lui mi disse tu devi fare Sanremo e caso mai ti venisse chiesto devi fare così. E mi elencò tutta una serie di cose che io ho stampato nella mia mente da quel giorno come veramente dei comandamenti da osservare, e insomma, quella cosa non accadde per caso probabilmente”.
Qual è il primo comandamento di Pippo riguardo la TV?
“La televisione in genere, non solo Sanremo, era sempre di fare le cose con grande passione, grande amore e rispetto per la gente a casa. Tu entri nelle case degli italiani, entri a casa loro, in quella casa c’è il papà, la mamma, la nonna, il nonno, ci può essere un bambino, ci può essere chiunque, tu devi entrare sapendo che entri a casa delle persone.
Il rispetto è una cosa fondamentale, al di là poi dei consigli pratici per mettere in piedi un Sanremo o qualsiasi altra trasmissione, ma il rispetto per la gente”.