Alvin, intervista all’inviato de L’Isola dei Famosi 2023: “Lite con Ilary Blasi? Abbiamo un rapporto singolare. Mi piacerebbe condurre un game show”

Alvin, inviato isola dei famosi 2022

Alvin, pseudonimo di Alberto Bonato, è un conduttore televisivo e radiofonico italiano. Come produttore, compositore e cantante, ha utilizzato anche gli pseudonimi Smoking Egg, Red Touch, Post No Bills, Vanda e Family Man. È ormai il volto simbolo dell’Isola dei Famosi, che da ben quattro edizioni vive nelle vesti di inviato. Alla vigilia dell’Isola dei Famosi 2023, noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato Alvin e con lui abbiamo parlato del rapporto che lo lega alla conduttrice dell’Isola Ilary Blasi, della sua carriera, delle novità di questa edizione e delle suo passioni, nel campo dell’arte e nella tv.

Alvin, intervista all’inviato de L’Isola dei Famosi 2023

Alvin quali sono le emozioni alla vigilia dell’Isola dei Famosi 2023?

“Inizialmente è una sorta di déjà vu, dovuto dalla presenza qui negli altri anni, sembra di non aver mai lasciato questo posto. Un po’ come una grande e unica esperienza che ormai dura da più di un anno, perchè quest’anno supererò l’anno di permanenza in Honduras con tutte le edizioni, quindi questa è la prima emozione che ho. Per il resto cerco di affrontarla come se fosse sempre la mia prima volta, perché se no dai per scontato tante cose e non te le godi. Cerco quindi di adottare lo spirito del principiante. Anche perchè la realtà dei fatti dimostra che ogni isola è diversa. Cambia il cast, cambiano le dinamiche”. 

Quali saranno le novità sul posto e quali nuovi giochi?

“Come sempre accade, l’isola di rinnova ogni anno, e porta avanti dei grandi classici. C’è una sorta di connubio tra grandi classici e innovazione. Ci saranno situazioni specifiche relative ai giochi che saranno completamente nuove. Meccanismi del reality completamente nuovi. È entusiasmante riuscire a mettere insieme ogni anno anche cose nuove”. 

Si è parlato molto della presunta lite con Ilary Blasi, eliminiamo ogni dubbio, è vera, non è vera: cosa ci dici? Si è scritto anche di una tua non partecipazione al reality di Canale 5.

“Come si chiama la ragazza? Ilaria?. Io e Ilary ci conosciamo da oltre 20 anni abbiamo questo rapporto piuttosto singolare, ci siamo sempre presi in giro. Abbiamo avuto lo stesso manager sin da ragazzi, e ci ha sempre spronati a fare quello che poi è venuto fuori all’isola. Quando eravamo in giro, mi diceva sempre ‘dai mandiamo un messaggio a Ilary, la prendiamo un po’ in giro, e faceva la stessa cosa con Ilary. Franchino ha messo le basi che hanno fatto crescere il nostro rapporto. L’isola è un programma che offre lo spazio per far venir fuori queste dinamiche”. 

Ilary su chi ha speso delle bellissime parole nei tuoi confronti dicendo che la vostra amicizia va avanti da moltissimi anni e che a lei piace un po’ metterti alla prova, stuzzicarti su alcuni aspetti: come vi siete conosciuti?

“Noi ci siamo conosciuti sul set di ‘Top of the pops’. Prima di partire per l’isola abbiamo fatto un servizio fotografico per il programma, e un’amica anche lavorava con noi all’epoca mi ha mandato un video di un classifica di ‘Top of the pops’, ed eravamo io insieme ad Ilary. C’era già qualcosa di magico che ci univa. Le ho mostrato la foto. Ci siamo conosciuti così. Da quel momento la nostra amicizia dura da anni. Non siamo mondani, non ci teniamo a fare vedere più di tanto la nostra amicizia, all’isola è uscita in maniera naturale e cerchiamo di cavalcarla divertendoci”. 

Come hai trovato Ilary dopo questo periodo burrascoso personale?

“Io credo che i periodi burrascosi facciano parte della vita di ognuno di noi. Credo che ognuno abbia il diritto di viversi questi momenti nel modo in cui uno meglio crede. Penso che Ilary sia una persona per come la conosco forte, solida, caratterialmente sa cosa vuole dalla sua vita, e sa esattamente cosa vuole fare. Quindi è giusto che lei viva questo periodo come esattamente crede di viverlo. Io, essendo suo amico, sono vicino a lei in qualsiasi cosa avesse bisogno, io sono lì, ed è a questo che servono gli amici”. 

Sono ormai un cult i dispetti e le frasi pungenti che vi scambiate: quest’anno come la stuzzicherai? E come è nato questo stuzzicarvi a vicenda?

“Insieme al nostro manager Franchino, che purtroppo è scomparso qualche anno fa, e che ci ha cresciuto, era nostro amico”. 

Enrico Papi, come se la caverà? Come vedi la coppia con Vladimir?

“Personalmente non lo conosco, quindi non ti saprei dire. Con Nicola ci conosciamo invece da molti anni, quindi era più semplice ipotizzare un loro posizionamento all’interno delle dinamiche dell’Isola. Lo conosco solo professionalmente, credo che insieme possano costruire una dinamica interessante per me e Ilary e soprattutto per i naufraghi”. 

Sembra che quest’anno il reality debba assumere un linea più moderata, cosa ne pensi? 

“Credo che sia una questione di modalità, il risultato deve essere sempre l’intrattenimento, quello leggero che poi è sempre stato. Ovviamente con delle modalità diverse. Si può raggiungere una meta in macchina percorrendo mille strade diverse, bisogna trovare una strada che ci conduca nello stesso luogo ma che abbia un panorama leggermente diverso. Questo non significa snaturare l’isola, significa farlo con modalità diverse. Trovo che sia giusto se questa è la linea editoriale, noi siamo lì per cercare di imboccarla”. 

Qual è l’edizione che più ti ha lasciato un segno e soprattutto quale naufrago? 

“Tutte le edizione a loro modo ti lasciano un segno, la mia non è una risposta di circostanza. L’isola ti stravolge come un calzino ogni anno. Ogni isola io la ricordo per qualcosa di diverso. C’è stata l’isola dell’Alvin-Alvin-Alvin, quella del Divino Otelma. Ci sono state le edizioni dell’uragano. Lo scorso anno è stata l’isola con Ilary, con la vittoria di Nicolas che è stata la vittoria di un sopravvissuto, lui ha vissuto l’esperienza da vero naufrago, quello a me ha regalato tanta soddisfazione e gioia. Ovviamente il tutto deve essere sempre bilanciato con una parte comica perché stiamo facendo intrattenimento non stiamo facendo un documentario, altrimenti il linguaggio sarebbe un altro. Noi dobbiamo fornire la parte seria che racconta la sofferenza dei naufraghi e poi la parte di intrattenimento che richiede un format televisivo come l’isola”. 

Secondo te qual è la regola del naufrago perfetto?

“La selezione naturale non è quella dei più forti ma di coloro che si riescono ad adattare. Questa è una metafora che io nella mia vita prendo in considerazione un po’ per tutto, perchè lo spirito di adattamento è quello che serve più di tutto. Vivere per così tanto tempo su una spiaggia, vedere queste stelle che così non hai mai visto nella tua vita, contro le difficoltà di non avere un materasso, l’umidità del mare, quella della sabbia, gli insetti, sapere che non sei li a fare una vacanza, quindi la capacità di adattarsi credo sia la cosa più importante”. 

Qual è il segreto per entrare nel ruolo di inviato da riuscire a fare tante edizioni?

“Bisogna chiederlo a chi è stato un bravo inviato, io ne ho fatte quattro. Sono quello dei record continuano a dire, quattro edizioni, ho fatto la prima di Mediaset, quello che ha fatto di più in questa azienda, quello che ha fatto l’isola più lunga. Succede come quando fanno le analisi del Basket ormai. Sì, sono quello dei record: non so cosa deve avere un inviato per essere migliore, semplicemente perché non so se lo faccio meglio di altri, io conosco questo modo qui di farlo. Vedo che al popolo piace e di questo sono contento”. 

Hai mai pensato alla conduzione di questo programma? Ti piacerebbe? 

“Non sono interessato alla conduzione dell’Isola dei Famosi, nel senso che amo il mio lavoro e che è legato alla conduzione dei game show, quindi i quiz. Questo è un po’ quello che si avvicina a quel mondo. Questo è quello che piace fare a me. La conduzione dell’Isola dei  Famosi non rientra nelle mie corde. Poi, è vero che ho fatto mille cose, dai documentari, alle classifiche, alle serie tv, ma semplicemente per il fatto che sono eclittico, però se devo scegliere una direzione, allora ti direi quella dei quiz e dei game show”. 

Un programma come “Stasera c’è Cattelan” ti piacerebbe? 

“Guarda sono stato un grande fan della tv e dell’intrattenimento internazionale, ci ho anche lavorato alla BBC, il mondo dell’intrattenimento anglosassone lo continuò a seguire e mi piace tanto. In Italia purtroppo c’è una cultura che non favorisce questo genere di programma, Luttazzi ha insegnato questa cosa qua, cedo sia il numero uno in quel genere di televisione, preferisco darmi più chance in terreni più fertili, non credo che per quel tipo di programma ci sia terreno fertile, mi piace come tipologia di conduzione, però mai quanto un quiz preserale”. 

C’è un nome tra i tanti personaggi dello spettacolo che ti piacerebbe vedere sull’isola?

“Tanti, io vorrei vedere, non so se la conoscete, fa il fenomeno, dice robe, si chiama Ilary Blasi. Dice ‘a si voi state lì, io sto qua sullo sgabello con la ciabatta’. Allora a lei dico: ‘vieni qua, e prova a fare due giorni l’Isola dei famosi, poi ne riparliamo’”. 

Se dovessi scegliere un nuovo inviato al tuo posto? 

“Chiunque, ci puoi mettere chiunque. Poi bisogna vedere se è gradito al format televisivo”. 

Devi rubare il programma di qualcuno. A chi e quale? 

“Allo zio Gerry, ma non voglio rubarlo, ci conosciamo, sono anche andato a fare delle puntate zero in Inghilterra. Lui per me è un po’ il maestro, come lo è Carlo Conti. Vedi sono quella televisione che eredita lo spirito dei Corrado, Mike Bongiorno, Pippo Baudo. Tutta quella tv con la quale sono cresciuto. Mi piace che ci sia questa simpatia, questa naturalezza, questo impatto con il pubblico. Conduttori molto molto seri. Quindi ti direi un programma di Gerry, come “Caduta Libera”, dove anche lì ho un record perchè ho fatto più puntate di tutti”. 

Un programma di ieri che avresti voluto condurre? 

“Sfondi una porta aperta, io ho fatto così tanta televisione, partendo da quella per i bambini a quella dei ragazzi ad arrivare con Verissimo che è quella delle famiglie. Ti direi sicuramente  “Il pranzo è servito”, “Ok il prezzo è giusto” di Iva Zanicchi, Anche il “Festivalbar”, fatto però negli anni 90′, non fatto oggi, perchè non avrebbe già senso con la società che è cambiata. Oggi l’impatto della musica sul pubblico è completamente diverso rispetto al passato”.

A quali proposte hai detto no? 

“È capitato di dire di no all’Isola come inviato, poi ho detto di no a delle cose che non mi sembravano nelle mie corde nonostante avevo voglia di fare tante cose. Anche insieme al mio manager del quale mi fidavo tantissimo ho fatto quelle scelte e sono felice di averle fatte. La vita è fatta delle scelte che prendi”. 

Cosa non ti piace della tv di oggi? 

“A me piace la televisione che ti intrattenga, che ti faccia stare bene e che quando spegni la tv sei leggermente cambiato in meglio. Non che ci debba essere necessariamente un messaggio dietro tutto quello che fai, ma anche una battuta, uno scambio una gag, un momento, la vita è fatta di momenti. Se anche quel momento lì ti ha fatto sorridere o meditare su una cosa in positivo, se ti ha riempito il cuore anche solo di un’emozione positiva, io sono fan di quel tipo di televisione lì”. 

Progetti futuri? 

“Nel lockdown è venuta a galla una mia passione che avevo da quando a 12 anni mi hanno regalato un aerografo. Ho cominciato a dipingere le pareti di casa. Poi nel 2013 ho fatto l’esposizione. Nel 2018 mi sono messo a fare molta arte, e nel lockdown mi è stato chiesto di fare delle esposizioni. Adesso è partita questa avventura, quindi faccio pop art, faccio delle sculture, elementi d’arredo, e mi sta dando molte soddisfazioni. La tv sembra che si stia riprendendo dopo gli schiaffoni della pandemia e quindi vediamo cosa accade. Ci sono proposte interessanti”. 

Passeresti in Rai per? A Sanremo ci pensi? 

“Sanremo rimane la meta, bisogna concentrarsi però sul viaggio non sulla meta. Bisogna avere l’obiettivo ma bisogna viversi il viaggio. Passerei in Rai se mi proponessero un game show che sia intrattenimento leggero dove ci si diverte e si riesce anche a far passare un messaggio bello di speranza”. 

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