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Alma and the Wolf: un folk-horror tra mostri reali e metaforici – Recensione

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Spiral Creek, Oregon. Il vice-sceriffo Ren Accord è un uomo tormentato che cerca di tenere insieme i pezzi della propria travagliata esistenza. Divorziato, ha un rapporto difficile con il figlio adolescente, dal quale si è progressivamente allontanato. Una mattina Ren trova lungo una strada secondaria la conoscente Alma, una sua ex compagna di scuola, che cammina scalza e ricoperta di sangue. Profondamente turbata, la donna racconta di essere stata attaccata da un enorme lupo che ha ucciso brutalmente il suo cane.

In Alma & the Wolf durante l’interrogatorio alla stazione di polizia, Alma fa promettere a Ren, che ha un debole per lei, di uccidere la creatura. Ma proprio quando l’uomo sembra avvicinarsi alla verità su cosa sia realmente accaduto, suo figlio scompare misteriosamente durante le indagini e lui stesso si ritrova alla prese con una serie di situazioni sempre più inquietanti e spaventose, che mettono a dura prova la sua sanità mentale.

Alma and the Wolf, recensione: attenti al lupo

Il regista nonché attore protagonista Michael Patrick Jann è un nome conosciuto nel panorama audiovisivo americano: autore di cult numerosi episodi televisivi di serie comiche come Pushing Daisies, Ugly Betty e Resident Alien, ha dimostrato nel corso degli anni una particolare predilezione per il dark humour e il tono surreale. Con Alma & the Wolf si cimenta per la prima volta nell’horror, dichiarando la propria passione per il genere e citando come ispirazione The Wolf of Snow Hollow (2020), un titolo nella premessa parecchio similare.

Ci troviamo davanti ad una produzione indipendente low-budget, girata interamente in Oregon, nelle località costiere e nei boschi innevati che conferiscono all’opera una certa atmosfera isolata e claustrofobica. Perché a un certo punto il film prende una deriva da folk horror puro, con creature animali e umanoidi che iniziano a tormentare il malcapitato – o forse no – sceriffo, già alle prese con una routine alquanto complicata.

Vorrei ma non posso

La sceneggiatura non nasconde le sue alte ambizioni narrative e tematiche, nel tentativo di sovvertire le aspettative del genere attraverso il colpo di scena che nell’ultima mezzora cambia drasticamente le carte in tavola. Un approccio sicuramente coraggioso, non pienamente supportato da una messa in scena che rischia di frammentare troppo il cuore della rivelazione, andando ad affrettare forse eccessivamente la resa dei conti finale.

Alcune intuizioni sono indubbiamente affascinanti, dai caproni impazziti che attaccano le vetture che incrociano sul loro cammino fino a quei lupi umanoidi che, reali o meno che siano, destabilizzano la psiche di Ren con apparizioni maliarde e grottesche. Ma i limitati sforzi produttivi rischiano di smorzare la carica tensiva di queste scene e di farle scadere involontariamente nel territorio di confine con lo scult.

E per un progetto che aspirava a creare atmosfera e suspense psicologica a tema, una carenza tecnica di questo tipo rischia di rappresentare un deficit sul quale viene difficile chiudere un occhio.

Conclusioni finali

Il comico Michael Patrick Jann si cimenta nell’horror psicologico con un film dalle ambizioni narrative superiori ai mezzi produttivi a disposizione. Il regista veste i panni, con un’interpretazione comunque convincente, di un vice-sceriffo che indaga su un misterioso attacco da parte di un lupo, mentre la sua realtà comincia a sgretolarsi progressivamente intorno a lui.

Alma and the Wolf possiede qualche accattivante suggestione folk-horror, ma il budget limitato penalizza la resa delle sequenze a tema, con l’incubo psicologico affrontato dal protagonista ricco di potenziali sfumature non del tutto espresse. Per un film al quale sicuramente non mancano le idee, ma bensì i mezzi per realizzarle degnamente.

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