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“Allegro ma non troppo”, intervista a Luca Barbareschi: “Nessun rimpianto, dalla vita ho avuto tutto. I tagli al cinema? In questi anni molti hanno truffato”

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Dopo il flop di ascolti di “Se mi lasci non vale”, Luca Barbareschi torna in tv a partire dal 2 novembre con “Allegro ma non troppo”. Diciotto appuntamenti nella seconda serata di Raitre in cui Barbareschi approfondirà temi e prospettive ritenute discordanti dando un punto di vista più equilibrato. Al centro di ogni puntata, due interviste legate da un tema comune: una a un protagonista della scena pop e l’altra a una figura del mondo della cultura. In occasione della conferenza stampa di presentazione, Barbareschi ha parlato così del programma: “In un mondo in cui è difficile avere informazioni coerenti, e dove magari un ospite si trova a parlare di politica internazionale al Grande Fratello, l’idea è che si possa riuscire a raccontare qualcosa di specifico, elaborare dei concetti, dare informazioni concrete, vere, che aiutino la gente a capire meglio ciò che accade”. Il conduttore sarà affiancato in studio da una band diretta dal maestro Valeriano Chiaravalle che scandirà il ritmo tra monologhi, duetti musicali e la partecipazione di ospiti speciali seduti tra il pubblico, pronti a intervenire nel dialogo.

“Allegro ma non troppo”, intervista esclusiva a Luca Barbareschi

Noi di SuperGuida TV al termine della conferenza abbiamo video intervistato in esclusiva Luca Barbareschi. Il conduttore ha parlato di sé: “Sono una persona allegra da circa 70 anni, il problema è che a volte mi fanno girare i c*****ni . Non sono mica scemo ma quando mandano ad un Festival un film copiato dal mio mi viene meno il buonumore. Però poi mi passa subito perché siccome non ho scheletri negli armadi mantengo un amore per la vita e per il convivio cioè lo stare insieme. Così l’ho fatto per il Teatro Eliseo, così mi sono portato a casa film importanti come Il pianista e J’accuse. Ce la mettono tutta a farmi i dispetti, per il Teatro Eliseo mi hanno fatto la guerra. C’è stata una persona di cui un giorno dirò nome e cognome che ha fatto di tutto per farmi fallire l’Eliseo. Giuliano Amato ha fatto una legge per farmi fallire l’Eliseo ma continuo a vincere io”.

Il prossimo anno Barbareschi festeggia un traguardo importante, i 50 anni di carriera. “Ho avuto responsabilità finanziarie ma non di ruoli pubblici almeno a livello istituzionale, ho avuto tutto dalla vita. Ho lavorato con i più grandi, da Woody Allen a Polansky, ho lavorato in tutto il mondo, ho sei figli sani, meravigliosi, ho i nipoti e sono anche bisnonno. Vivo nella più bella città del mondo, ho avuto successo, a 70 anni e non è una cosa scontata la Rai mi ha dato fiducia per fare un altro programma, c’è gente che sta in pensione da un po’ e gioca a bocce. Spesso i malumori vengono dai miei figli perché non avendo faticato come ho fatto io si creano problemi che non ci sono”, ha dichiarato.

Barbareschi parla poi della città di Roma: “Gualtieri sta facendo un sacco di cose utili e lo dico al di là delle appartenenze politiche. Credo che governare una città come Roma sia una delle cose più difficili al mondo. Io che vivo in bicicletta da 20 anni, le ciclabili mi rendono di buonumore. Sicuramente morirò prima di vedere il museo a Piazza Venezia perché mi hanno detto che ci vorranno 12 anni”. 

Il settore dell’audiovisivo sta attraversando un momento complicato. A rendere ancora più gravosa la situazione la notizia dei tagli nella manovra finanziaria presentati dal Ministro della Cultura Giuli e sostenuti dal Ministro dell’Economia Giorgetti. Barbareschi commenta così ai nostri microfoni: “Penso che si dovrebbe fare i conti con l’onestà intellettuale oltre che con quella economica. In questi anni molti hanno truffato, altri hanno rubato e il paradosso è che chi ha rubato di più gli restituirà tutti i soldi e questo mi fa morire dal ridere. Penso che ogni industria si debba confrontare con quella che è la sua missione e i dati macroeconomici. La politica deve essere nutrita, non sono i politici a dover elemosinare ma sono le associazioni dell’audiovisivo come Anica e altre che devono presentare un progetto industriale alla politica. La Germania quest’anno investe 2.3 billion, noi invece 300 milioni. C’è qualcosa che non va”. 

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