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Alessio Lapice al Magna Graecia Film Festival: “Imma Tataranni mi lascia una grande riconoscenza verso il pubblico. Ballando con le Stelle lo farei. In Roberta Valente, notaio a Sorrento sarò davanti a un bivio. La conduzione tv mi affascina” – Interivta Video 

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Alessio Lapice, reduce dal grande successo con la serie tv Imma Tataranni, dove interpreta Ippazio Calogiuri, è membro di giuria alla 22esima edizione del Magna Graecia Film Festival in corso a Soverato fino al 2 agosto 2025.

L’attore noto anche per aver preso parte a progetti come Sotto copertura, Don Matteo 10, Fuoco amico TF45 – Eroe per amore dove recita accanto a Raul Bova e Megan Montaner; Gomorra – La serieIl padre d’Italia accanto a Luca Marinelli e Isabella Ragonese, Nato a Casal di PrincipeIl primo re di Matteo Rovere, con Alessandro Borghi, Diabolik – Ginko all’attacco! dei Manetti Bros è stato inoltre inserito da Forbes Italia nella lista dei trenta giovani leader del futuro under 30 nella sezione dell’intrattenimento.

Noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato Lapice sul red carpet del Magna Graecia Film Festival e con lui abbiamo parlato del grande successo della serie Imma Tataranni, dell’abbandono da parte dell’attore al suo personaggio e soprattutto dei progetti futuri che lo vedranno impegnato in una nuova fiction in arrivo.

Alessio Lapice: da Imma Tataranni al Magna Graecia Film Festival 2025

In pochi anni ti abbiamo visto in progetti fortissimi come Sotto Copertura, Gomorra, Imma Tataranni, Fuoco Amico. Che attore eri quando hai cominciato e chi sei oggi?

“Sotto Copertura, ero piccolo. Che attore ero? Ma io direi più che persona ero. Sono cresciuto tantissimo da un punto di vista soprattutto umano, come persona, molto grazie a questo mestiere che poi è il motivo per il quale mi sono innamorato di questo lavoro e che mi accende ogni volta la passione. Ogni film che fai, ogni personaggio che interpreti è sempre un rinnovare questo sentimento. Come attore? Beh, da Sotto Copertura poi ho girato un bel po’ di cose e quindi mi sento sicuramente molto cresciuto da un punto di vista professionale e come ti dicevo poi soprattutto da un punto di vista umano perché poi non è così distante l’uomo dall’attore, per cui sono un po’ direttamente proporzionali.

Il pubblico ti ha conosciuto meglio in Imma Tataranni, dove appunto sei Ippazio Calogiuri, un personaggio amatissimo. Come hai costruito il tuo personaggio, come ti sei approcciato a questo ruolo e soprattutto cosa ti ha lasciato il set e il lavorare con Vanessa Scalera?

Innanzitutto è un lavoro che abbiamo fatto nel tempo con Francesco Amato che è il regista che saluto, con gli sceneggiatori perché è un personaggio che è molto cresciuto, cambiato, ha un forte processo, insomma un arco narrativo che ha una forte evoluzione nel corso delle stagioni per cui abbiamo costruito insieme questa crescita del personaggio che passa attraverso la sua professione ma soprattutto attraverso i suoi sentimenti che sono poi quelli che li rendono in qualche modo più adulti perché va a scontrarsi con quelli che sono poi i sentimenti umani, le scelte, insomma attraverso quello che abbiamo visto con la Tataranni e tutto quello che abbiamo visto insieme nel corso delle stagioni.

Quello che mi lascia questo personaggio è innanzitutto una grande, come dire, riconoscenza verso il pubblico che nel corso di questi anni mi ha davvero regalato tanto affetto, mi ha, ci ha sempre supportato nel corso di queste stagioni perché questa serie poi rispetto, come dire, alla prima stagione, alla seconda e alla terza, la quarta è stato come un crescendo anche da un punto di vista degli ascolti, per cui ci hanno sempre seguito e supportato. Quello che mi lascia questo personaggio è sicuramente, come ti dicevo, la riconoscenza per quello che mi ha dato come persona e come attore perché comunque questa serie in qualche modo mi ha avvicinato ancora di più al grande pubblico e quindi è soprattutto poi una grande tenerezza nei suoi riguardi e anche nei miei perché queste quattro stagioni le abbiamo girate nel corso degli ultimi sette anni della mia vita, per cui i ricordi che mi legano a questo set sono tantissimi, così come agli attori, cioè i miei colleghi ormai sono grandi amici come Vanessa Scalera, Massimiliano Gallo, Barbara Ronchi, Buccirosso, insomma un po’ tutti per cui è un lavoro a cui sono davvero molto grato.

Prossimamente ti vedremo in Roberta Valente, notaio a Sorrento: cosa ci puoi anticipare sul tuo ruolo?

Cosa ti posso anticipare? Innanzitutto che è ambientata in una location meravigliosa che è appunto la Penisola Sorrentina. Il mio personaggio è Stefano che è legato a questa donna, questa ragazza che è Roberta Valente appunto, un giovane notaio. Loro sono fidanzati da quando erano ragazzini, da quando avevano 16 anni e adesso sono diventati grandi e quel progetto di poi fare il grande passo, quel momento è arrivato e a questo punto della storia Stefano, che è il mio personaggio, si troverà di fronte ad un bivio, in cui dovrà scegliere chi essere da grande e questo lo scombussolerà parecchio. Di più non posso dirti, anzi ti ho pure raccontato troppo.

C’è un ruolo che sogni di interpretare?

Beh innanzitutto le storie vere. Ad essere onesto non è che mi appassionano di più perché mi appassionano sempre le storie, però è come se provassi un senso di responsabilità doppio. Perché poi noi facciamo un mestiere che i personaggi sono inventati e quindi ci appigliamo a delle cose nostre private o comunque cerchiamo di dare una motivazione a tutto perché sennò è impossibile fare questo mestiere almeno per me. Gli devo dare sempre una motivazione per cui quando poi sono delle storie vere è come se quella motivazione io la trovassi in un secondo, anzi addirittura me la dà la storia perché poi molto spesso incontri anche la famiglia alla quale è successo quell’episodio, quella storia che andiamo a raccontare, come mi è accaduto già per dei film come Sono nato a Casale di Principe, o come dire che sono delle storie vere realmente accadute e per cui mi danno quel senso di responsabilità forte che mi permette di trovare in pochi secondi la motivazione.

Oppure non so come altro caso quello di Eduardo De Filippo che non è una storia vera però è una storia di un grande autore per cui è quell’adrenalina, è quella responsabilità di raccontare un testo di Eduardo De Filippo, ovviamente ti mette subito in un contenitore di disciplina, di amore per quello che fai.

La televisione ti affascina? Se dovessi scegliere un programma da condurre quale sarebbe? Oppure ti piacerebbe partecipare a format come Ballando con le stelle?

Allora guarda, io ti dico guardo tutto, non sono uno di quelli che insomma no faccio il cinema posso guardare solo i film. Guardo tutto, ci sono delle cose più interessanti altre un pochino meno. Ballando con le Stelle? Guarda vediamo, se Milly Carlucci mi fa una proposta la valutiamo certo, mi divertirebbe molto approcciarmi a questa cosa del ballo. Insomma va bene, sì certo mi divertirebbe la sfida, forse quello sì.

La conduzione invece?

La conduzione è una bella roba interessante. Ora non è che mi piace tutto, è che mi piacciono tutte quelle cose che hanno un processo di lavoro e devo dirti che ogni volta che vado nei programmi per fare promozioni o insomma dei film in uscita, quando guardo i conduttori dico: ma questi sono macchine! Cioè fanno delle cose in dei tempi velocissimi e che comunque mi affascina come concetto, perché sai noi siamo capaci di fare quella roba fatta di motore, azione, stop, poi certo il teatro è un altro discorso, però siccome ci sono anche delle logiche che il set ti impone, come la macchina da presa, la luce, i tempi. E quindi insomma la televisione è una roba che sicuramente mi affascina, infatti da fuori quando li guardo, li osservo e alcune volte rimango tipo wow.

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