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Albe si racconta, da Amici a “Baita” il suo primo album: “La mia vera baita oggi? Milano, il mio gatto e la mia fidanzata. Ora non ho più paura dei miei errori. La pausa arriverà, ma ora ho troppo da dire. Sanremo? Pochi wow, ma tanti amici sul palco” – Intervista Video

ALBE

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Dopo aver presentato i primi tre singoli “Cercapersone”“Con te non ci torno più” e “Alla fine sono io”, il percorso musicale di Albe prende sempre più forma: l’artista bresciano annuncia BAITA, il suo primo album in uscita venerdì 5 dicembre per Triggger / ADA Music Italy.

Intervista ad Albe per l’album “Baita”

Con questo progetto, Albe trova finalmente la sua dimensione più autentica: un suono riconoscibile, coerente e personale, frutto di una ricerca durata anni. Il titolo – che in dialetto bresciano significa casa – racchiude perfettamente l’essenza del progetto: un disco che parla di legami, amicizie e radici, ma anche di ritorni e appartenenze. Un lavoro cantautorale che si muove nel territorio del pop contemporaneo, arricchito da influenze indie e britpop, prodotto da Francesco Savini e Alessandro Gemelli, e scritto interamente da Albe. Otto brani che, messi insieme, raccontano il suo mondo con sincerità e calore, come una chiacchierata tra amici in un luogo familiare. Ad accompagnare l’attesa, venerdì 10 ottobre uscirà ROSARIO, il nuovo singolo estratto dal disco. Noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato Albe e con lui abbiamo parlato del nuovo album ma anche del suo percorso musicale. Ecco cosa ci ha raccontato.

Albe, benvenuto su Super Guida TV. Siamo qui per parlare del tuo album “Baita”, che in bresciano significa “casa”. Qual è oggi la tua baita? Cosa ti fa sentire davvero a casa?

La mia baita fisica, in questo momento, è Milano, perché ora vivo qui. Ma la mia vera baita saranno sempre il Fianello, i miei amici e la mia famiglia che mi aspettano nella provincia di Brescia. Oggi, però, la mia baita sono anche il mio gatto e la mia fidanzata.

“Baita” racconta ciò che resta: le amicizie, le radici, gli amori imperfetti. Qual è la cosa più importante che ti resta di questi anni di musica?

La consapevolezza di essere maturato. Gli errori che ho fatto e la crescita che ne è derivata mi permettono di guardare al passato con occhi diversi e capire meglio chi sono oggi.

Quando hai capito che stavi trovando la tua vera voce e la tua direzione musicale?

È stato un percorso graduale. Ho iniziato a scrivere canzoni che mi rappresentassero davvero e, man mano, mi sono scoperto. Non ho deciso a tavolino di fare Baita: avevo alcune canzoni che parlavano tutte di radici, amicizie, amori e famiglia, e così abbiamo capito che dovevano far parte dello stesso album.

C’è un’immagine della tua adolescenza che ritrovi raccontata nell’album? Qual è l’immagine simbolo?

Sì, c’è nell’ultima traccia. È il ricordo di me e dei miei amici che giocavamo a tedesca all’oratorio. Non lo dico esplicitamente, ma si capisce: “Provarci con una e rovinarsi la festa, ma noi conosciamo il valore di un palo perché abbiamo fatto una vita a giocare a tedesca”. È una metafora perfetta per quello che volevo raccontare.

Nel brano “Cerca persone” cosa rappresenta, per te, il tuo “cerca persone”?

Sotto certi aspetti sono stato io il mio Cerca persone: ho deciso di mettermi in gioco, uscire dalla comfort zone, abbattere l’ego e riconoscere i miei sbagli. Questo mi ha permesso di cercare persone nuove, ma anche di trovare me stesso. E poi sicuramente la mia fidanzata e il team che ha lavorato a Baita sono stati fondamentali.

“Te l’avevo detto” sembra un confronto con te stesso. Qual è stata la consapevolezza più difficile da accettare mentre lo scrivevi?

Ammettere di aver sbagliato. La canzone racconta il ritorno di fiamma con la mia attuale fidanzata: c’è stato un periodo di stallo e io, nel passato, le dicevo “torneremo, fidati”. Oggi le dico “te l’avevo detto”. È stato un percorso di responsabilità.

Nel brano “Rosario” racconti la storia di un venditore di rose. Da dove nasce questa figura?

Viene dalla mia Baita, dalla provincia. C’è questo venditore di rose che veniva sempre al bar vicino al mio paese, anche con –10 gradi, sempre sorridente. Io mi intenerisco con persone così. Il suo gesto, semplice ma pieno d’amore, mi è rimasto impresso e ho voluto raccontarlo.

In “Con te non ci torno più” parli di una separazione. Quando hai capito che stando solo stavi bene?

In quel periodo in cui sono stato davvero solo. Ma in realtà il brano non è tanto riferito a una persona quanto a me stesso. Non voglio tornare ad essere quel tipo di persona un po’ egocentrica, poco empatica. È un messaggio rivolto a me.

“Alla fine sono io” è un dialogo con te stesso. Cosa diresti oggi a quel ragazzo di qualche anno fa?

Gli direi che sono cambiate tante cose e che non bisogna avere fretta: né di fare né di raggiungere gli obiettivi. Oggi riesco a ricordarmi da solo di aspettare, di darmi il tempo giusto.

Per l’album hai lavorato con una band di amici. Cosa ha aggiunto questa familiarità al disco?

Tantissimo. Sono i ragazzi che suonano con me live e mi conoscono bene. Questo ha reso il suono più coeso, genuino, pieno di pathos. Ci sono dettagli impercettibili, ma il modo in cui un chitarrista suona quando è a suo agio secondo me cambia tutto.

Per presentare il disco farai un “tour in casa” con alcuni house concert. Come nasce questa idea?

Baita significa casa, e a gennaio avevamo già fatto un house concert. Abbiamo deciso di riproporlo a Milano, Bologna, Roma e Napoli. Non andiamo a casa dei fan, ma a casa di amici: è un momento intimo, chitarra e voce, si parla, si suona, si vive Baita come un’esperienza.

Nella copertina vediamo un pranzo della domenica. Chi non può mai mancare al tuo?

La mia famiglia, i miei fratelli, la mia fidanzata e gli amici del paese. Quello sarebbe il pranzo domenicale perfetto.

Un artista che vorresti a tavola per un duetto?

Mobrici. Lo stimo molto, quindi penso subito a lui.

Sei stato ad Amici qualche anno fa. Com’è cambiata la tua vita da allora?

La mia vita non è cambiata tantissimo, è rimasta normale. Sono cambiato più io: il mio modo di vivere la musica e la vita in modo più adulto. Sono contento di ritrovare spesso persone che mi seguono da allora.

Che rapporto hai con le pause dagli impegni?

Penso che siano importanti se hanno un senso. È giusto fermarsi per ricaricare energie ed emozioni. Io al momento non ne sento il bisogno perché ho ancora tanto da dire, ma arriverà anche il mio momento di pausa — e non vedo l’ora.

Cosa dobbiamo aspettarci dopo questo album?

Concerti, un tour estivo e poi un altro album. Sono molto gasato da ciò che sto scrivendo: non mi sono fermato, quindi se usciranno nuove canzoni belle… perché no? Diciamo che sono già pronto col prossimo.

Sono usciti i nomi di Sanremo. Che ne pensi del cast di quest’anno?

Sinceramente non mi hanno fatto impazzire. Ci sono nomi che apprezzo, altri meno: secondo me ci sono stati anni migliori. L’anno scorso rispecchiava di più i miei gusti con Lucio Corsi e Brunori Sas. Quest’anno ci sono stati meno “wow”. Ma dentro ci sono anche amici come Luca ed Eddie Brock, e sono curioso di sentire Fulminacci e Tommaso Paradiso.

Le date degli house concert

  • 4 dicembre – Milano
  • 5 dicembre – Bologna
  • 6 dicembre – Roma
  • 7 dicembre – Napoli

TRACKLIST ALBUM BAITA

1. Baita
2. Cercapersone
3. Te l'avevo detto
4. Come fanno tutti
5. Rosario
6. Con te non ci torno più
7. Alla fine sono io
8. Noi siamo quelli

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