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Copshop – Scontro a fuoco, recensione (no spoiler) dell’action thriller

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Teddy Murretto è una sorta di mediatore in operazioni illegali che spesso coinvolgono pezzi grossi della politica e della finanza o addirittura gli stessi federali. L’uomo è ferito e in fuga quando viene arrestato dalla polizia e condotto nella piccola prigione di una piccola cittadina. Poco dopo si ritrova come vicino di cella uno dei suoi inseguitori, lo spietato e implacabile sicario Bob Viddick, che si è fatto volutamente arrestare per ubriachezza molesta al fine di condividere la prigionia con il suo obiettivo. Ma non è il solo sulle tracce di Teddy e quella piccola caserma di provincia si trasformerà ben presto nel teatro di una furente resa dei conti tra interessi criminali, nella quale la coraggiosa agente Young cercherà di sopravvivere.

Copshop: tutti contro tutti – recensione (no spoiler)

Ci si diverte certamente nel corso dei cento minuti di Copshop – Scontro a fuoco, un action thriller dove tutto è quello che sembra e una volta tanto non è un male. Un film piacevolmente fracassone e (im)prevedibile, dominato dalle facce da duro di Frank Grillo e Gerard Butler, ideali protagonisti di questa disfida senza esclusione di colpi che ha luogo proprio laddove l’ordine dovrebbe essere di casa, ovvero una caserma di polizia che nonostante il notevole personale a disposizione si trova impreparata a gestire due figure ciniche e spietate, veri e propri maestri dell’uccidere.

Il regista Joe Carnahan è d’altronde uno specialista del genere e anche in questo caso non si fa mancare nulla, tra sparatorie al fulmicotone, split screen e slow motion qua e là a caratterizzare un immaginario consolidato, dove la violenza e il grottesco prendono ben presto il sopravvento e trascinano i personaggi in un mastodontico, intrattenente, caos a tema.

Sangue e risate

In un’operazione così marcatamente sopra le righe non poteva mangiare anche l’anima “leggera”, con quel black humour magistralmente incarnato dalla scelta del noto caratterista Toby Huss nei panni di un killer fuori di testa, che aggiunge battute e gag paradossali a una vicenda dominata dalla pirotecnica confusione, tra alleanze che si spezzano e flashback che cercano di rivelare qualcosa in più su alcune delle parti coinvolte. Lo stesso epilogo parzialmente aperto sottolinea la verve giocosa dell’operazione, consapevole delle proprie ambizioni.

E la sceneggiatura si diverte anche a citare colleghi eccellenti in somiglianze più o meno evidenti, come il codino di Teddy che ricorderebbe quello di Tom Cruise ne L’ultimo samurai (2003) o ancora il corpulento agente che usa il martello per abbattere un muro quale improbabile versione del Dio del Tuono interpretato da Chris Hemsworth nei film Marvel. Ennesima conferma che Copshop – Scontro a fuoco procede irriverente e diritto per la propria strada, senza badare troppo alla forma e all’eleganza in favore di una messa in scena rock ‘n’ roll.

Conclusioni finali

Le celle di una prigione di provincia fanno da palcoscenico alla situazione di stallo apparente che lega i due protagonisti, figli di un mondo criminale senza scrupoli. Una coraggiosa poliziotta si ritroverà in un caos imprevisto, con la caserma presa d’assalto da psicopatici quando non covante già al suo interno corrotti traditori, e uscirne vivi sarà più complicato del previsto.

Copshop – Scontro a fuoco è un action-thriller vecchia scuola, senza fronzoli o peli sulla lingua, che trova la sua principale forza nel carisma dei due principali antagonisti, che hanno le facce da duro di Frank Grillo e Gerard Butler, con la giovane Alexis Louder quale terza incomoda. Un divertimento grezzo e genuino, che trova propria nella sua smaccata esagerazione la sua ragion d’essere.

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