ADV

Intervista esclusiva a Francesca Fialdini: “Ho promesso ai ragazzi delle comunità che sarei tornata a trovarli”

ADV

La domenica pomeriggio la vediamo al timone del programma “Da noi a ruota libera” in cui racconta storie di vita quotidiana all’insegna del buonumore e della riflessione. Ora la conduttrice Francesca Fialdini sta per raddoppiare il suo impegno televisivo approdando alla seconda serata di Raitre con “Fame d’amore” una docuserie in quattro puntate incentrata sulle dipendenze dal cibo, in particolare l’anoressia e la bulimia. Nel programma, realizzato in collaborazione con Ballandi, si cerca di indagare cosa si nasconde dietro questi disturbi legati a ferite che riguardano i rapporti affettivi e familiari. Per l’occasione Francesca si è recata in due diverse comunità in cui ha avuto modo di incontrare ragazzi e ragazze alle prese con un percorso terapeutico per uscire dal tunnel dei disturbi alimentari. Sono storie che arrivano dritte allo stomaco e che non mancheranno di emozionare il pubblico a casa come lei stessa ha dichiarato. Un incontro quello con questi ragazzi che è continuato anche al di là della televisione. Francesca ci ha infatti confidato di aver organizzato delle videochiamate con i ragazzi delle comunità e di essersi ripromessa di andarli a trovare non appena ci sarà la possibilità di poter tornare a viaggiare. In questa intervista, rilasciata in esclusiva a Superguida Tv, oltre a parlarci di questo importante progetto, la bella conduttrice toscana ci ha raccontato qualcosa in più sulla sua esperienza nel programma “Da noi a ruota libera” confidandoci i personaggi che più l’hanno colpita. Al momento non ci sono certezze sul futuro del programma anche se la speranza è che possa essere riconfermato anche per la prossima stagione televisiva. Anche la vita privata procede a gonfie vele nonostante la distanza. Francesca non parla di convivenza e anzi vuole rettificare quanto circolato sul web in questi giorni. E sul suo futuro professionale, esprime un desiderio, quello di dar vita ad un giornale di strada in cui dare la possibilità di esprimersi attraverso la scrittura a tutti coloro che sono emarginati o che vivono situazioni di disagio. Un bellissimo desiderio che noi le auguriamo possa diventare presto realtà perché il vero coraggio sta nel realizzare il sogno di chi non trova la forza per farlo.

Intervista Esclusiva a Francesca Fialdini

Francesca, dal prossimo 11 maggio la vedremo in TV su Raitre con “Fame d’amore”. Perché ha deciso di affrontare questa sfida?

Ho deciso di affrontare questa sfida perché riguarda i nostri ragazzi che non vogliono crescere e diventare grandi e assumersi la responsabilità di trasformarsi in adulti. E’ un tema importante che riguarda il futuro della nostra società. 

Considerando la tematica affrontata,non rischia di essere una trasmissione troppo forte?

E’ quello che vogliamo in realtà. E’ importante dare un messaggio forte e amplificarlo attraverso le emozioni di questi giovani perché ci tengono ad essere raccontati nella loro verità. Non abbiamo edulcorato nulla. I loro racconti sono intensi, forti. Questi ragazzi spiegano perché non mangiano o perché mangiano troppo, perché sono infelici e arrivano a pronunciare frasi del tipo “voglio essere una piuma ma la piuma prima o poi vola via”. Giocano con il loro corpo mettendo di fatto a rischio la loro vita. E’ un problema che riguardando milioni di persone in Italia vede molti genitori, insegnanti e adulti incapaci di affrontarlo. Questa docuserie vuole essere un aiuto per trovare gli strumenti necessari per affrontarli. 

Ha fatto visita a due diverse comunità, Villa Miralago a Varese e Palazzo Francisci a Todi.  Qual è stata la storia che più l’ha colpita?

Tutte le storie mi hanno colpita e non c’è n’è stata una che mi ha emozionato più di un’altra. Mi sono emozionata con tutte e credo che succederà anche a casa. Mi ha colpito molto la storia di Alberto. E’ difficile parlare di disturbi alimentari quando questi riguardano i ragazzi. Tendenzialmente li si associa ad una problematica femminile anche se non è così. Molti uomini soffrono di bulimia e lo tengono nascosto. Mangiano in modo compulsivo e poi si spaccano di attività fisica per consumare più calorie possibili. L’ossessione è sempre la stessa. 

Sei rimasta in contatto con questi ragazzi? Vi chiamate e mandate messaggi?

Sì facciamo delle videochiamate con le comunità quando i ragazzi sono tutti riuniti. Manteniamo aperto un dialogo e ci siamo ripromessi di andarli a trovare molto presto appena sarà possibile tornare a viaggiare. Per loro è importante avere un dialogo aperto nei confronti della società in maniera costante. Hanno una grande voglia di essere loro al centro dell’attenzione e da parte nostra avvertiamo il desiderio di farli sentire amati a prescindere se siano ragazze o ragazzi, alti o bassi, bravi o meno bravi a scuola. Il problema che loro hanno è che non si sentono accolti abbastanza ma sono sempre in difetto come non fossero mai all’altezza delle situazioni che gli adulti pongono loro di fronte. 

Il Dott. Recalcati definisce l’anoressia e la bulimia malattie dell’amore sottolineando la rilevanza della dimensione affettiva nello scatenarsi di questi mali. Anche nelle storie di questi ragazzi ha riscontrato che la mancanza di fame era correlata ad un vuoto affettivo? Ci si ammala per le carezze risparmiate?

E’ proprio così. Non a caso il programma si chiama “Fame d’amore” e non “Fame di cibo”. Il cibo è solo uno strumento in loro possesso per poter dire noi abbiamo un problema. A volte lo usano troppo altre volte troppo poco. Al centro di tutto ci sono le ferite causate da rapporti non soddisfacenti, rapporti d’amore primari che hanno a fare con la nostra crescita e la nostra sicurezza. Tendenzialmente è un discorso che vale per molte famiglie perché la famiglia è la prima forma di società che incontriamo nel nostro percorso. Nasciamo all’interno di una relazione che è quella tra un uomo e una donna o tra i nostri genitori e il resto del mondo. Questo può avere delle ripercussioni fondamentali sulla vita di ciascuno di noi. E’ un discorso che vale in termini più ampi oggi. Spesso i ragazzini per sentirsi all’altezza del gruppo di amici mettono in gioco anche il loro corpo. Se pensi alle famose challenge, le prove da superare, che oggi i ragazzi si scambiano sui social puoi capire come ormai ogni ambito diventa buono per sperimentare la malattia. Al centro di tutto c’è l’amore e il desiderio di essere accettati. 

E’ al timone del programma “Da noi a ruota libera”. C’è stato finora un personaggio che ha colpito di più la sua curiosità?

Ci sono stati diversi personaggi che hanno colpito la mia curiosità. Ti potrei portare il caso di Eugenia Carfora, una preside di un istituto scolastico di Caivano che va personalmente a cercare i ragazzi per portarli a scuola e che ha fatto della scuola un esempio di legalità e di bellezza o di Luciana Delle Donne una ex manager che ora lavora nelle carceri per sostenere il percorso delle detenute e dei loro bambini. Mi ha colpito molto anche la storia di Elisabetta Franchi che da un passato di grande povertà è riuscita a coronare il suo sogno mettendosi a disposizione per tutte le tematiche più urgenti che riguardano le donne. E infine cito la ministra Bellanova che aveva un passato da bracciante e che dopo aver perso molte compagne a causa della fatica di un lavoro poco remunerativo e esposto ai pericoli oggi cerca di mettere a disposizione la sua esperienza politica per loro. Si tratta di storie di donne comuni o più famose che riescono a far girare la ruota nel verso giusto. Cercano la felicità prima di tutto nella loro vita pagando un prezzo molto alto e poi mettendosi a servizio degli altri. 

Il programma è stato riconfermato per la prossima stagione?

Non lo so cosa succederà ma la mia speranza è che possa essere riconfermato. 

Qual è il suo più grande sogno professionale? Ho letto che le piacerebbe aprire un giornale di strada.

Spero che nel mio futuro ci sia la possibilità di restituire quanto ho ricevuto dando agli altri la possibilità di trovare un percorso professionale o di esprimere attraverso la scrittura tutto quello che per loro rappresenta un disagio. E i giornali di strada servono proprio a questo. 

Non le manca un programma quotidiano?

No. Vivo la dimensione del settimanale molto bene. Mi permette di ragionare di più sulle cose che voglio dire. Non c’è la fretta di chiudere un pezzo con urgenza ma c’è possibilità di dedicare maggiore attenzione al confezionamento. Questo ultimo aspetto contribuisce a creare maggiore aspettativa anche per chi lo fa. 

E’ vero che ha rifiutato una proposta di Tv8? Di cosa si trattava?

E’ vero. C’è stato anche un incontro. Il progetto di cui mi avevano parlato diversi mesi fa mi era sembrato una bella avventura pur sempre nella massima libertà reciproca di capire cosa sarebbe successo durante l’anno. 

Anche la sua vita sentimentale si sta avviando ad un altro passo importante. In passato però aveva dichiarato che se avesse deciso di fare il passo sarebbe stato matrimonio e non convivenza. Ha cambiato idea?

E’ stato amplificato da chi ha scritto il pezzo ma voglio rettificare. La mia vita privata sta andando avanti esattamente come l’anno scorso. Quello che poi succederà dopo questa emergenza lo scopriremo insieme. Certo ho un’età in cui il desiderio di non vivere più a distanza un rapporto si fa sempre più sentire però se questo sarà compatibile con gli impegni professionali lo vedremo più avanti. 

ADV